Page 53 - Meditazione sui colori
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2. QUALCHE CONSIGLIO UTILE PER LA MEDITAZIONE
Prima di avviarci con gli esercizi di Meditazione cromatica sarà utile ricordare alcune
condizioni semplici ma importanti per la riuscita dell’esperienza stessa.
In primo luogo la motivazione personale: «Desidero concedermi un piccolo spazio di pace
per riposare il corpo e la mente», «Desidero stare solo e raccolto in me stesso qualche
momento per “staccare” con tutto e ricrearmi», «Desidero pormi alla presenza del Divino,
essere presente a me stesso, alla dimensione gioiosa e sacra della vita», «Desidero vivere
nella simbologia dei colori l’evoluzione progressiva della mia coscienza», «Desidero
immergermi nei colori come in un oceano di pace», «Desidero…».
Il primo passo sul sentiero della meditazione consiste nel rendersi consapevoli del proprio
desiderio di meditare: da quali bisogni, da quali aspirazioni, da quali realtà quotidiane esso
nasce. Si sa che «i primi passi sono quelli che portano lontano»…
In secondo luogo un desiderio per divenire azione e quindi realizzarsi deve avvalersi della
volontà, e il carburante della volontà è la motivazione. Se la motivazione personale è valida e
veramente sentita, allora essa genera un impegno costante, che in breve tempo diventa
un’abitudine, la quale ha il potere di trasformare in piacere quello che poteva essere uno
sforzo iniziale. Da qui la necessità di fissare un preciso momento della giornata da dedicare
alla meditazione: qualsiasi siano gli impegni contingenti, gli imprevisti che possano
sopraggiungere (a parte ovviamente effettive emergenze), quello spazio ideale della giornata
fissato per la meditazione non deve essere “violato”. Spostare, rimandare è come pretendere
che una pianta continuamente sterrata e cambiata di luogo posso mettere radici.
È stato detto: «Semina un pensiero, raccoglierai un desiderio. Semina un desiderio,
raccoglierai un’azione. Semina un’azione, raccoglierai un’abitudine. Semina un’abitudine,
raccoglierai un carattere. Semina un carattere, raccoglierai il tuo destino». La fedeltà
all’intento, tradotta in costanza e puntualità, costituisce dunque un vero e proprio ponte di
accesso alla dimensione contemplativa.
I momenti migliori della giornata per meditare sono le prime ore del mattino e la sera prima
di cena. Tuttavia, compatibilmente con in propri impegni, qualsiasi momento può andar bene,
purché non ci si senta assonnati o appesantiti dal cibo.
Si può iniziare con dieci minuti: o di raccoglimento, seduti su un tappetino o su una sedia
con la colonna vertebrale ben diritta, le mani in grembo, concentrati sul respiro (può essere
d’aiuto accompagnare il ritmo respiratorio, senza cambiarlo, con la semplice constatazione
mentale «Uno, inspiro; due, espiro») e sul colore preferito; oppure si può praticare un
esercizio scelto tra quelli riportati nel libro (la loro durata è in genere di dieci minuti,
qualcuno di quindici), dopo aver fatto qualche profondo respiro di rilassamento distesi sul
tappetino.
Con la pratica, sperimentando il piacevole richiamo dell’abitudine e il benessere