Page 54 - Meditazione sui colori
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psicofisico prodotto dalla meditazione, i tempi possono essere aumentati, dedicando mezz’ora,
un’ora o più al proprio “appuntamento rigenerativo”.
Il luogo riservato alla meditazione deve essere silenzioso e tranquillo, né troppo caldo né
troppo freddo. Una copertina in cui avvolgersi, soprattutto quando si è distesi durante la
meditazione guidata finale (che può essere precedentemente letta e registrata), è
indispensabile, perché durante il rilassamento profondo la temperatura corporea cala e questo
potrebbe costituire un elemento di disturbo.
Trattandosi di Meditazione cromatica, sarebbe bello vivere la settimana meditando ogni
giorno su uno dei sette colori secondo il loro ordine naturale, collegato allo spettro solare e
alla simbologia dei chakra.
Ciascuna delle dieci lezioni che compongono il Corso ha una durata di circa un’ora e mezza
ed è costituita da una breve parte teorica introduttiva e da otto esercizi (quello conclusivo, che
unisce un profondo rilassamento al processo di “visualizzazione dinamica”, richiede almeno
venti minuti, ma può essere prolungato a piacere: sarebbe bene registrarlo, con tono sommesso
e ritmo lento, rispettando le pause, per poi riascoltarlo durante la pratica; si potrebbe anche
leggerlo prima del rilassamento, interiorizzarlo e poi riviverlo con l’immaginazione).
Chi introduce la pratica meditativa nella giornata di fatto pone mano al timone della propria
vita: le condizioni psicofisiche personali e il rapporto stesso con quella che chiamiamo
“realtà” sono destinati a migliorare sensibilmente.
Questo cambiamento positivo potrà essere rafforzato da una corretta alimentazione (cereali
integrali, verdure e frutta; niente fumo, alcolici, caffeina; consumo giornaliero di almeno un
litro e mezzo di acqua per permettere l’eliminazione dal corpo delle tossine), da sane
abitudini di riposo notturno (l’ideale sarebbe otto ore di sonno, andando a coricarsi non oltre
le 23, l’ora chiamata “aurea”, perché, in base ai bioritmi, il momento più rigenerativo per
l’organismo va da quest’ora alle 2 antelucane) e dalla pratica frequente della respirazione
diaframmatica, che consiste nell’inspirare ed espirare lentamente e profondamente dal naso in
modo da gonfiare e sgonfiare l’addome (immaginabile come un pallone) almeno per dieci cicli
respiratori: questo semplice esercizio permette di ossigenare il corpo e di calmare la mente
(un respiro veloce e poco profondo non solo si accompagna a stress e ansietà, ma a sua volta
accresce stati di tensione e di malessere).
È bene da ultimo riservare un po’ di tempo anche per una passeggiata quotidiana, fatta con
attenzione alla natura che ci circonda e al succedersi dei nostri passi. Nella pratica meditativa
buddista è compreso il «camminare con consapevolezza». Il monaco vietnamita Thich Nhat
Hanh suggerisce di camminare seguendo contemporaneamente il ritmo della respirazione e di
questi quattro versi:
Inspirando, tranquillizzo la mente e il corpo (inspirazione).
Espirando, sorrido (espirazione).
Vivendo il momento presente (inspirazione),
So anche che questo è l’unico momento (espirazione).
In realtà ogni momento è buono per meditare e poiché ogni momento è di fatto «l’unico
momento», cioè quello presente, meditare è essere presenti: non si tratta quindi di evasione,