Page 22 - La coppia intrappolata
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8 1 Individui e strutture di personalità in una particolare modalità di essere in coppia
1 sonno. Però poi può capitare che il giorno seguente dorma anche per quindici ore filate. Avverte
tutto il corpo pesante e non fa altro che sentirsi stanco, con la testa vuota. A tavola, quando è in com-
pagnia di qualcuno, si sforza di mangiare, ma poi non riesce a digerire e sta male. Quelle rare volte
che accetta di uscire con gli amici, dopo un po’ avverte fastidio per la loro compagnia e desidera
restare da solo per poter pensare a Mariella indisturbato. Lui l’ha conosciuta a una sagra di paese,
per il tramite di amici in comune. Di lei dice: “Mi è piaciuta subito, avvertivo in lei qualcosa di diver-
so. Non era la solita ragazza che s’incontra, mi ha rapito il suo modo di essere così disinvolta, il suo
modo divertente di stuzzicare i ragazzi, me compreso; soprattutto quel contrasto particolare, da un
lato “brava ragazza”, da un altro “ divoratrice di uomini”. Lei è molto attraente e sa di esserlo, quin-
di ha molta sicurezza di sé. Ha una grande capacità di seduzione che mi ha sconvolto. Avevo avuto
tante ragazze, ma lei aveva qualcosa di diverso”. Dopo quella serata Alfredo era “entrato in fissa”,
non faceva che pensare a lei. Gli amici lo avevano però messo in guardia, descrivendola come un’i-
sterica pazza, capricciosa ed egoista, ma lui procedeva dritto per quella che da lì a poco sarebbe dive-
nuta la sua “strada verso i guai”. Dopo essersi assicurato che lei non fosse al momento fidanzata, lui
iniziò a corteggiarla dando il meglio di sé. E lei sapeva prenderlo e legarlo a sé con il suo modo di
essere poco disponibile, sfuggente. All’inizio Mariella si dimostrava sempre felice per qualsiasi pro-
posta di Alfredo, e tutto era bello, tutto era interessante, tutto era perfetto. Dopo diversi mesi, quan-
do lui palesemente era legato “mani e piedi” a lei quasi da vivere in sua funzione, ecco che lei inizia
a tirar fuori problemi. Si annoia quando sono con gli amici di lui, definiti barbosi; inizia ad arricciare
il naso su tutto ciò che lui propone, assume sempre smorfie di distacco e superiorità nei suoi confron-
ti. Fa continui confronti su quanto si fosse divertita con i suoi ex fidanzati, lasciando che Alfredo
deduca da solo quanto lui sia di conseguenza inadeguato e non all’altezza. Alfredo racconta: “Ero
innamorato di lei, ma avvertivo anche tanta rabbia e frustrazione per come si comportava nei miei
confronti. Ero incapace di ribellarmi, più sentivo il disagio di non essere all’altezza, più sentivo che
dovevo dimostrarle il contrario, che ero meglio io dei suoi ex. Qualche volta pensavo pure che se
questi fossero stati davvero così perfetti, per quale motivo lei li avrebbe poi lasciati? Ma non riusci-
vo a essere lucido, ero ossessionato dal doverle dimostrare che si stava sbagliando sul mio conto”.
Intanto Alfredo si allontana dai suoi amici, dalla sua famiglia, dai ragazzi del calcetto che hanno
dovuto sostituirlo perché lui non andava più a giocare, dato che sempre all’ultimo minuto lei lo rim-
proverava per non farlo andare. Una volta era riuscito ad avere da lei il permesso di uscire con i suoi
colleghi di lavoro, ma l’aveva pagata dato che lei gli aveva tenuto il muso per giorni rinfacciandogli
che si era annoiata tremendamente. Per tutto il periodo della relazione Alfredo non ha fatto altro
che accontentarla in tutti i suoi capricci, cercando di sorprenderla in tutto, sempre cercando di pre-
venire qualsiasi suo desiderio. Si sforzava di dimostrare anche ai suoi genitori che questa volta si
stava impegnando perché Mariella rappresentava la ragazza di buona famiglia che tutti stavano
aspettando di vedere al suo fianco. Lei aveva stregato anche loro. Alfredo racconta: “C’era tutto un
insieme di condizionamenti e di convinzioni che convergevano nel dirmi che lei era la persona giu-
sta, ma era tutto un piano astratto, tutto un mio piano mentale. Tutto frutto delle buone maniere e
delle regole che i miei mi avevano inculcato sin da piccolo. Ho sempre sentito un sentimento e una
sensazione interiore che mi portava a essere di pessimo umore se non facevo quello che gli altri si
aspettavano da me. Mi sono creato tutto un meccanismo mentale che mi ha sempre condizionato.
Lo stesso condizionamento che mi ha agganciato a Mariella, la quale incarnava appunto il modello
delle buone maniere. Era figlia di professionisti, aveva una bella casa, una bella macchina, era sem-
pre ben vestita e con i giusti modi. Tutte qualità che solo dopo ho capito essere frutto di costruzio-
ne perché in realtà lei dentro è vuota, ha un suo totale formalismo che usa per ammaliarti, ma è