Page 18 - La coppia intrappolata
P. 18
4 1 Individui e strutture di personalità in una particolare modalità di essere in coppia
1 necessità intrinseca alla realizzazione dell’esistenza stessa che è incompletezza.
Così, due individui, appartenenti a due “mondi” separati e a volte distanti, si
incontrano, si piacciono, si incuriosiscono, sono reciprocamente attratti e iniziano
a interagire tra loro.
Il loro incontro può dare luogo a condivisione, arricchimento, completezza, com-
pensazione, relazione positiva, ma potrebbe anche risultare un processo devastante,
potrebbero essere reciprocamente fagocitati senza avere la forza di opporre resisten-
za, privati di qualsiasi capacità di difesa.
In una relazione possiamo essere i protagonisti della scelta e quindi scegliere il
partner, o possiamo sentirci artefici più passivi e quindi essere scelti, ma siamo co-
munque attori di una “scelta” e questa è da leggersi sempre come un’espressione del-
la personalità di un individuo e del suo modo di essere.
Storia di Miriam
Miriam è una donna di 35 anni, autonoma e indipendente, vive da sola e ha un lavoro che le piace e
ne è soddisfatta. Conosce Mimmo sul lavoro, lui è un collega assunto da poco che a distanza di circa
un anno sarà trasferito in un’altra ditta sempre della stessa società in un paese limitrofo.
I due iniziano subito a frequentarsi; Miriam istintivamente sente una forte attrazione per Mimmo,
qualcosa di viscerale, intenso. Lui è molto brillante, organizza sempre qualcosa di bello da fare insie-
me così tutte le serate sono diverse l’una dall’altra. Decidono prestissimo di andare a vivere insieme:
“perché aspettare, va tutto bene” – si dicono – “è tutto così perfetto”. Miriam ha un gran desiderio
di avere un compagno al suo fianco così i suoi genitori la smetterebbero di fare continui paragoni
con le figlie dei loro amici che sono tutte già sistemate.
L’idillio dura diversi mesi, quasi due anni, poi Mimmo inizia a cambiare atteggiamento nei confron-
ti di Miriam e all’improvviso sembra dargli fastidio tutto ciò che lei fa, il modo in cui lei si esprime
quando è con gli altri, quello che cucina, come si veste. Lui la riprende dicendole che lei non ha mai
un argomento originale per cui parlare. Sembra che la sola presenza di lei lo infastidisca. Ha anche
preso a trattarla male davanti ai suoi amici e ai suoi familiari. Un continuo riprenderla su tutto.
Miriam comincia quindi a lamentarsi di sentirsi depressa e frustrata, sente che non ha più la gioia
nel fare nulla, comincia a odiare anche la casa nella quale erano stati così felici, comincia a non sop-
portare neppure più lui che la fa sentire svuotata, esausta e senza nessuna fiducia in sé stessa.
Lamenta di non avere energia, di odiarlo perché trattata male, ed è stufa di avergli permesso tutto
questo, ma la sola idea di doversi staccare da lui o il solo pensiero che Mimmo voglia lasciarla la ter-
rorizza. Razionalmente lei va ripetendosi che dovrebbe chiudere un rapporto così devastante per lei
in cui trova solo molta sofferenza, ma non ci riesce, si sente intrappolata. Ci sono dei giorni nei quali
lei pensa che con più sacrificio e buona volontà da parte sua si potrebbe risistemare la situazione tra
di loro, per fare sì che le cose tornino come prima. In altri giorni invece è cosciente che la sua unica
via di salvezza è chiudere questo rapporto. Ma non ci riesce, non riesce a staccarsi da lui, pur ricono-
scendo che lui è stato un egoista e che l’aveva costretta a fare tutte le cose che in realtà piacevano a
lui, ma facendole passare come desideri di Miriam, e quindi come dei “regali”. Ma la realtà era che
si trattava di desideri di lui, che non interessavano a Miriam la quale per quieto vivere accettava e
viveva, grazie alla sua capacità di adattamento, quelle situazioni come se fosse davvero lei a voler-
le. Miriam racconta di essere sgridata di continuo, di essere additata come la persecutrice di Mimmo,
di essere divenuta per lui una “palla al piede”, tale da impedire con la sola presenza tutto quello che
lui vorrebbe fare. Si lamenta di sentirsi così ferita da non avere più il contatto con se stessa, di vivere