Page 69 - Manuale di autostima
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nella piena campagna dove, soprattutto, tutte le stradine sembravano identiche una all’altra.

      Con la convinzione che avrebbe impiegato un’infinità di tempo a raggiungere la cascina,
      Federico mise in moto l’auto con cupi previsioni, che non impiegarono molto ad avverarsi.
      Aveva appena imboccato la stradina che, in teoria, doveva portarlo a destinazione, e si
      scatenò un temporale. Non una pioggerellina leggera, neanche un po’ di pioggia di una nuvola
      di passaggio, ma un temporale in grande stile, con fulmini, tuoni, pioggia a catinelle che gli

      impedivano  la  visuale.  Eppure,  fino  a  dieci  minuti  prima  il  cielo  era,  sì,  leggermente
      nuvoloso,  ma  si  intravedeva  il  sole,  e  nulla  avrebbe  preannunciato  quel  delirio.  Federico,
      maledicendo dentro di sé la campagna, il tempo atmosferico e i pranzi con i parenti, rallentò
      per evitare di sbandare, e proseguì sperando di arrivare al più presto a destinazione. Dopo
      qualche minuto, però, si rese conto che c’era qualcosa di sbagliato. La pioggia gli impediva di

      vedere  chiaramente  la  strada,  certo,  ma  non  ricordava  che  si  incontrasse  una  pompa  di
      benzina.  Non  ricordava  neanche  un  cartello  stradale  di  attraversamento  mucche,  anzi,  non
      ricordava  cartelli  stradali  di  nessun  tipo.  Lo  sapeva.  Si  era  perso.  Girò  l’auto,  deciso  ad
      andare  al  distributore,  dove  probabilmente  ci  sarebbe  stata  qualche  anima  buona  che
      avrebbe potuto indicargli la strada, anche se, dentro di lui, non nutriva molte speranze.

      Anzi,  era  del  tutto  convinto  che  non  avrebbe  trovato  nessuno.  Arrivato  al  distributore,
      suonò il clacson un paio di volte, sperando che qualcuno si accorgesse di lui ma, a quanto
      pareva, non c’era nessuno disposto ad uscire con un simile tempo. Il poveretto, quindi, aprì
      la  portiera  e,  senza  ombrello  né  cappotto,  si  avventurò  nella  tempesta,  lavandosi

      qualunque cosa indossasse in quel momento. In realtà, il proprietario c’era, ed era anche
      disponibile a dare informazioni.
      «Io ‘sto posto non l’ho mai sentito» rispose sicuro alle domande di Federico.
      «Ma è proprio sicuro?» chiese Federico, praticamente pregandolo. «Non sa neanche se sulla
      strada c’è una cascina?».
      «Beh,  a  circa  dieci  chilometri  c’è  un  supermercato…»  disse,  titubante,  il  proprietario  del

      distributore.
      «Capisco, purtroppo devo davvero andare in questa cascina perché ho una prenotazione… sa
      per mia moglie…».
      «Certo… ma, vede, è un supermercato molto buono, secondo me due salami li trova anche lì».
      «Immagino,  immagino,  purtroppo  ho  proprio  una  prenotazione,  mi  dispiacerebbe  perderla.
      Non è che avrebbe la possibilità di controllare su un navigatore, o in internet?».

      Illuminato da questa nuova prospettiva, il proprietario della pompa di benzina, ignaro della
      bufera che si stava scatenando fuori, prese il cellulare e si mise a cercare.
      «Come ha detto che si chiama questo negozio?»
      «“La vacca giuliva”»
      «“La vacca gioiosa”?»
      «No, no, “giuliva”». Ormai, Federico aveva perso ogni speranza.
      «Peccato, perché con “La vacca giuliva” non ci sono risultati».

      «Mentre con “La vacca gioiosa” si trovava qualcosa?».
      «No, niente neanche con “gioiosa”, era tanto per provare».
      Federico sospirò, ma sapeva già che sarebbe andata a finire male. Ed era anche fradicio.
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