Page 73 - Manuale di autostima
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7.2. Come essere fortunati anche senza leggere
l’oroscopo
Si dice che fortuna porta fortuna e, a quanto dicono gli psicologi sulle profezie che si
auto-avverano, potrebbe davvero essere così.
Il problema, almeno per me, è che non è così semplice pensare di essere fortunati, o
convincersi di avere delle qualità, perché mi sembrerebbe di sfidare la sorte, per non parlare
della delusione se, dopo tutto, sperassi di avere una buona qualità e poi scoprissi che non è
così: sarebbe come prendersi una porta in faccia alla mia autostima.
D’altra parte, cosa rischio, davvero, ad essere ottimista?
Se devo pensare ad una giornata tipo, se mi concentrassi un po’ di più sugli avvenimenti
positivi che mi capitano e meno su quelli negativi, o se non fossi sempre pronta ad
aspettarmi il peggio, innanzitutto mi risparmierei un bel po’ di preoccupazioni e di ansie.
Se l’autobus deve arrivare in ritardo, arriverà in ritardo sia che io pensi “dai, oggi sarà una
bella giornata” sia che io sia nel panico più totale e pensi “oddio, come sono sfortunata!
Sicuramente l’autobus arriverà in ritardo, troverò traffico per la strada, tre semafori rossi, un
incidente, arriverò a lavoro con un’ora di ritardo e verrò licenziata”.
La nostra disposizione, il nostro atteggiamento verso noi stessi e gli altri, non potrà darci
mai il potere di controllare elementi al di fuori della nostra volontà, ma potrà sicuramente
darci la possibilità di vivere più serenamente e di non farci abbattere da tutto quello che ci
accade.
Facciamo di seguito due esempi paralleli.
Esempio a: il nostro amico Federico (che, ormai, sappiamo essere un pessimista patentato),
deve presentarsi ad un colloqui di lavoro. È un colloqui molto importante, che potrebbe
segnare un grande cambiamento nella sua vita professionale. Federico sa quanto sia
importante fare una buona prima impressione, e si prepara con cura. Scegli i vestiti, questa
volta controlla più volte la strada che deve fare, si sveglia in anticipo.
Eppure, dal momento che Federico è pur sempre Federico, si dirige al colloquio con animo
mesto. Lui è sfortunato, non c’è niente da fare. E, se è sfortunato, le cose andranno male
per forza.
La sua vera sfortuna, oggi (questo dobbiamo ammetterlo) è essere capitato a dover parlare con
un responsabile del personale che sembra la versione maschile di Crudelia DeMon, sia come
aspetto fisico che come disposizione d’animo.
«Allora, allora. Un altro che vuole cambiare lavoro. Le sembra proprio il caso, con la crisi
che c’è in questo momento?» gli chiede, non appena Federico entra nel suo studio, quando il
poveretto sta ancora chiudendo la porta.
«Beh, se ci fosse la possibilità di un miglioramento…» risponde, già preoccupato. «Certo,
immagino che in questo periodo uno debba anche accontentarsi delle opportunità che ha
davanti…».
«Infatti, e lei, che sta già lavorando, ha pensato bene di fare un nuovo tentativo. Non le