Page 74 - Manuale di autostima
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sembra un po’ troppo azzardato?».
Federico guarda il novello Crudelia DeMon implorando pietà.
«Sì, immagino sia un passo importante, ma visto che ho letto il vostro annuncio, io…».
«Diciamo che lei si sente un tipo fortunato, eh? A tentare la sorte così».
«Ecco, questo proprio no».
«Allora» dice il responsabile, con un sospiro mal celato, «diamo un’occhiata al suo percorso.
Certo, il suo è un buon curriculum, ha fatto un bel percorso all’università, ma diciamocelo, non
è certo questo grande professionista. Innanzi tutto, è troppo giovane». Federico abbassa la
testa.
«È vero» ammette «ma speravo che, tutto considerato, si potesse…».
«Quello che si può o che non si può lo decido io, non certo lei. Mi dica, perché lei dovrebbe
essere un buon acquisto, per la nostra ditta?».
«Oddio, un buon acquisto. Io non saprei… io… ecco, lavoro molto».
«E ci mancherebbe altro. Ma scusi, quali sono le sue capacità, i suoi pregi? Perché io dovrei
assumerla?».
«Beh, se legge il mio curriculum, io…».
«Ho letto il suo curriculum, l’ho letto. Lo conosco. Ma voglio il suo punto di vista» insiste
questo simpaticissimo personaggio. «Mi dica un suo pregio, per cui dovrebbe lavorare qui con
noi. Mi dica un suo pregio e un suo difetto».
«Un mio pregio… ecco… un mio pregio è che sono una persona che sa ascoltare. Quello
che mi chiederete, lo farò immediatamente. Un mio difetto… sono tanto sfortunato».
Esempio b: Federico ha un fratello, che si chiama Riccardo (adesso ci facciamo tutto
l’albero genealogico di Federico).
A differenza del fratello, Riccardo non pensa di essere mai stato sfortunato, tutt’altro, e i
fatti gli danno ragione. Anche lui deve presentarsi ad un colloqui di lavoro piuttosto
importante, quindi si prepara con cura, ripassa mentalmente le risposte ad eventuali domande
trabocchetto, ricontrolla sull’agenda l’orario e il luogo, punta la sveglia abbastanza presto e,
la mattina dopo, si presenta al colloqui allo stesso orario.
Anche il suo interlocutore sembra avere uno stretto legame di parentela con qualcuno che
abbiamo già conosciuto, nello specifico con l’interlocutore di Federico, perché sembrano
essere stati allevati secondo gli stessi principi di astio verso il prossimo e di sadico piacere
nel torturare le persone.
Il responsabile delle risorse umane della ditta, infatti, lo guarda con un sorriso a metà tra
l’acido e l’autocompiacimento e, prima ancora di fare sedere Federico alla scrivania, davanti
a lui, inizia a incalzarlo con le stesse identiche domande che erano state rivolte a Federico:
«Allora, allora. Un altro che vuole cambiare lavoro. Le sembra proprio il caso, con la crisi
che c’è in questo momento?».
«Si è presentata questa opportunità» risponde, tranquillo, Riccardo.
«Si è presentata l’opportunità, eh? Beh, questo è da vedere. Perché, certo, il suo è un buon
curriculum, ha fatto un bel percorso all’università, ma diciamocelo, non è certo questo grande
professionista. Innanzi tutto, è troppo giovane».
«Beh» sorride Riccardo, «per questo non posso fare granché, se non aspettare».