Page 79 - Manuale di autostima
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8.1. Come valutare le opinioni di amici, parenti,
conoscenti & co
L’ho ripetuto così tante volte nei capitoli precedenti che ormai desidererai spararmi se te lo
ripeto una seconda volta, ma ti prego di avere pazienza: gran parte della stima che abbiamo
in noi stessi, gran parte dell’amore che pensiamo di poter meritare, gran parte
dell’immagine mentale di noi stessi che abbiamo creato dipende dai giudizi e delle opinioni
che altre persone hanno espresso su di noi, che noi abbiamo ascoltato e che abbiamo
interpretato. Ecco, ora hai il diritto di odiarmi perché te l’ho ripetuto un’altra volta.
Ma sei liberissimo di darmi torto. Ti faccio solo una domanda: quale credi sia il tuo peggior
difetto? Può essere un difetto fisico, o del carattere, o un difetto fisico e un difetto caratteriale,
questo non lo posso sapere. È un difetto che reputi così grave? Che credi metta in ombra
qualcosa della vera persona che sei? Prova a pensarci bene: è un’idea che ti sei fatto da solo o
che qualcuno ha espresso?
Ti faccio un esempio, tanto per cambiare, su di me (ormai, su di me sai praticamente tutto). Io
sono convinta che il mio peggior difetto sia essere particolarmente permalosa. Quando avevo
tre anni, però, non pensavo di essere permalosa. Neanche quando ne avevo otto. A dirla tutta,
né a tre anni, né a otto e penso neanche a tredici conoscevo il termine “permalosa”, quindi
dubito fortemente di essermi alzata, una mattina, e di aver detto “ehi, sono proprio una persona
permalosa, perché non posso essere una persona migliore?”. Non avevo, da bambina, neanche
la percezione di essere una che si offendeva facilmente per le parole altrui (anche se non
avessi saputo che, “offendersi facilmente per le parole altrui” si dice essere “permalosa”).
Non era questa l’idea che avevo di me stessa. Però, mi è stato detto e ripetuto, e alla fine me
ne sono convinta.
Quello che potresti fare davvero per te stesso, e te lo dico perché credo davvero che tu
meriti di scoprire la bellissima persona che sei, oltre che a vivere il più serenamente
possibile, è cambiare prospettiva, come se decidessi di non voler più guardare New York
dalla strada, ma da un grattacielo, per poter avere uno sguardo aperto su quello che c’è di
sbagliato e negativo… ma anche di giusto, bello e positivo.
Andrea e Serena sono sposati ormai da quasi vent’anni, e se c’è una cosa che Andrea ha
imparato molto bene, rispetto alla sua vita matrimoniale, è che i parenti di sua moglie non
sono in grado di fare regali. Non che non li vogliano fare, tutt’altro: sono molto generosi, e
sarebbero disposti a spendere buona parte del loro stipendio se riuscissero a fare un regalo
azzeccato. Il problema è scegliere il regalo e, da quel punto di vista, sua suocera e suo cognato
fanno acqua da tutte le parti. Dopo anni di regali sbagliati (incluso un distillatore per birre
artigianali), i parenti di Serena hanno studiato una tattica: una settimana, una settimana e mezzo
prima di qualche ricorrenza (Natale, anniversari, compleanni ecc.) telefonano ad Andrea
chiedendo un suggerimento per il regalo di Serena, e a Serena per chiedere un suggerimento
per il regalo di Andrea. Così, quel Natale, Andrea era sicuro che Serena avrebbe avuto una
bella sorpresa, mentre Serena sapeva che ad Andrea sarebbe piaciuto l’abbonamento al