Page 80 - Manuale di autostima
P. 80
giornale sportivo che comprava ogni mese.
Avevano appena tagliato l’ultima fetta di pandoro, e la mamma di Serena stava facendo a gara
con la consuocera per decidere chi aveva più problemi cardiaci, quando arrivò il momento di
scartare i regali.
«Ma… è davvero… come dire… è davvero particolare, ecco… grazie mille, davvero,
Matteo, non me lo aspettavo proprio…» balbettò Serena rivolta al fratello, stringendo tra le
mani una borsa dell’acqua calda della farmacia. «Se starò male, ti penserò di sicuro».
«Ma cosa diavolo le hai comperato?» sibilò tra i denti Andrea, rivolto al cognato.
«Come, cosa le ho preso? Le ho preso esattamente quello che mi hai detto tu, come al
solito».
«Quello che ti ho detto io? Come faccio ad averti detto di regalarle una borsa dell’acqua
calda per Natale? Ce l’abbiamo già, tra l’altro!».
«Ma se è quello che mi hai detto tu di regalarle, l’altro giorno!».
«Una borsa! È questo che ti avevo detto, o una borsa o una coperta calda!».
«Ops!».
La prima domanda che potremmo porci, per cambiare prospettiva, è domandarci: ho davvero
capito cosa il mio partner/famigliare/amico/collega/vicino di casa/tipo che stava
passeggiando oggi per la strada e di cui non so né, probabilmente, mai saprò il nome
intendesse dirmi con il giudizio che mi ha fatto oggi, una settimana fa o quando ero ancora alle
scuole medie? Perché, se non l’avessimo davvero capito bene, ci ritroveremmo anche noi a
regalare un’orata al nostro nipotino. Cosa intendeva dire davvero dire quando ha aperto bocca
per esprimere la sua opinione?
Ci sono tre possibili tipi di giudizi, a mio parere; ovviamente non è una regola: sei liberissimo
di aggiungere altri nuovi tipi:
Il “giudizio della mamma”, ovvero il giudizio in buona fede: qualcuno ha fatto un
commento, magari non troppo delicato, ma la sua intenzione non era né quella di ferirti
né, tanto meno, svalutarti come persona o non considerare i tuoi pregi. È stato fatto in
totale buona fede da qualcuno che tiene a te, ed era sinceramente convinto di volerti aiutare.
La scelta se seguire o meno il consiglio che ti è stato dato dipende unicamente da te e da
qual è il tuo punto di vista. In questo senso puoi stare tranquillo, se riconosci un “giudizio
della mamma” sai che hai tutta la libertà di accoglierlo o dimenticartene, perché la persona
che lo ha espresso tiene a te. Se la tua nonna novantenne dicesse “ah, ma non potresti tagliarti
un po’ i capelli che non vedo i tuoi begli occhi?”, non ha intenzione di dirti che stai male con
la frangia. Non ha neanche intenzione di dirti che non dovresti presentarti in giro con la
frangia, sta solo esprimendo un giudizio che deriva, in buona parte, dal suo senso della moda.
E il suo senso della moda risale a prima della guerra, quindi hai tutto il diritto di accettare il
consiglio estetico di tua nonna o lasciare perdere e dimenticartene. Tua nonna non ti vorrà
meno bene perché hai preferito ascoltare la parrucchiera rispetto a lei;
Il “giudizio della commessa”, ovvero il giudizio per mestiere: sfido chiunque ad entrare in
un negozio di vestiti, chiedere un’informazione ad una commessa su un abito (sul suo prezzo,
la taglia, la possibilità di portarlo indietro e cambiarlo) e sentire la commessa che critica
aspramente il taglio dell’abito in questione o la sua qualità. Davvero, sono pronta a