Page 109 - Il grande dizionario della metamedicina
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Per la persona che non si ferma mai perché si crede indispensabile, la parola chiave per guarire da questa malattia è
«rallentare», cercare dei mezzi che l’aiutino ad acquisire la calma mentale e concedersi il tempo di vivere. La
meditazione e lo yoga possono aiutare.
La persona che non è particolarmente sovreccitata potrà chiedersi se si è sentita in colpa di vivere e consultare un
terapeuta qualificato per aiutarla a liberarsi da questo senso di colpa. 1
→ Esoftalmo: caratterizzato da un aumento di volume dei tessuti molli dei globi oculari, che dà l’impressione che
gli occhi vogliano uscire dalle orbite in una persona affetta da ipertiroidismo. L’esoftalmo si accompagna
solitamente a un edema delle palpebre.
È possibile che voglia talmente riuscire (la mia guarigione, la mia relazione di coppia, la mia azienda) che ci
metto tutta l’energia (tutt’occhi) per non farmi sfuggire niente?
→ Gozzo: gonfiore o ipertrofia della tiroide, risultato di un ipertiroidismo. Esprime il punto a cui abbiamo potuto
spingerci per raggiungere gli obiettivi o per non mollare.
Ho forse preteso troppo da me stesso per rispondere ai bisogni di coloro che contavano su di me, convincendomi
che ero coraggioso?
Sono arrivato al limite delle mie energie per non mollare, per provare a me stesso o agli altri ciò di cui ero
capace?
Gaëlle soffre di gozzo tiroideo. A quattordici anni il padre la mette alla porta dopo aver avuto un grosso conflitto
con lei. Questo la costringe a lasciare gli studi e a entrare nel mercato del lavoro. Promette a se stessa di vendicarsi
del padre ottenendo più successo di lui. Gaëlle non ha mai ascoltato la sua stanchezza perché la sua determinazione e
il desiderio di vendicarsi le procurano una grande energia, ma ora sente le ripercussioni di tutti questi anni di sforzi.
→ Ipotiroidismo: consiste in una ridotta attività della ghiandola tiroidea che non produce una sufficiente quantità di
ormoni tiroidei che attivano il metabolismo. Se la quantità di questi ormoni è insufficiente, il metabolismo funziona
al rallentatore: il ritmo cardiaco sarà più lento, ciò che causa una circolazione sanguigna meno buona provocando
freddolosità, estremità fredde assieme a costipazione, debolezza muscolare, edema al volto, pallore della pelle,
voce roca e grave ecc. Si prova una grande stanchezza e tutto ciò che si fa richiede un grosso sforzo e ci sfinisce
rapidamente. Si potrebbe dire che si è attaccati a una corrente di alimentazione di 70 volt.
L’ipotiroidismo può esprimere una condizione di scoraggiamento – «A che pro, non ci riuscirò, nessuno mi
capisce!» –, un senso di colpa per il fatto di vivere o un rancore trattenuto.
Dorothée ha trentotto anni. Si lamenta di una carenza continua di energie. Soffre di insonnia cronica. Da un anno
prende un farmaco antidepressivo poiché il suo sfinimento è stato confuso per una depressione. Ignora di soffrire di
ipotiroidismo malgrado tutti i sintomi rivelatori che ha. Ecco la sua storia.
A otto anni, i suoi genitori ospitano un pensionante. Questi cerca tutte le occasioni possibili per stare da solo con lei.
In quelle occasioni, cerca di convincerla a masturbarlo. Siccome ha paura, Dorothée si piega ai suoi desideri. Lui la
minaccia dicendole di non parlarne con nessuno. Dorothée vive un senso di colpa e di rabbia verso i genitori che
non si accorgono di niente. Trent’anni più tardi conservava ancora questo segreto, che non aveva mai rivelato a
nessuno.
Liberandosi del suo senso di colpa, del rancore verso quest’uomo e verso i suoi genitori che non erano intervenuti,
liberò le sue energie bloccate, ritrovò il sonno, lasciò gli antidepressivi e poté godere di una salute che non aveva
più avuto da anni.
Ho la sensazione che nessuno mi capisca, che malgrado tutta la mia buona volontà non ce la farò?
Porto un senso di colpa che non ho mai osato rivelare?
Nutro rancore nei confronti di una persona?
→ Nodulo tiroideo: si tratta di un rigonfiamento alla tiroide, in relazione spesso a un insieme di impotenza e
frustrazioni per non potersi esprimere, perché la persona che si vorrebbe avvicinare si è chiusa oppure oppone
resistenza.
Ingrid sviluppò un nodulo alla ghiandola tiroidea dopo uno scambio telefonico con la madre. Riagganciando, in
collera, Ingrid si disse: «È inutile cercare di parlarle, in ogni modo mi rende sempre responsabile di quello che
succede. Non voglio mai più parlarle!»
Quando ci incontrammo era senza voce e mi parlò del nodulo per il quale doveva essere operata. Si rese conto,
mentre ne discutevamo, che aveva sempre avuto la sensazione di essere di fronte a un muro ogni volta che parlava
con sua madre, cosa che la portava a spendere molte energie per farsi capire. Dopo aver preso coscienza della
propria impotenza a cambiare la madre, le proposi di telefonarle in mia presenza, ma questa volta solo per farle
sapere che le voleva bene e senza l’intenzione che sua madre fosse diversa. Sentendosi accettata, la madre l’accolse
con una migliore disposizione d’animo. Riattaccando, il timbro di voce di Ingrid era cambiato. Non ebbe bisogno di
farsi operare.