Page 87 - Come vivere più a lungo
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lute e sui fattori  ambientali,  comportamentali  e alimentari che  potevano in-

          fluenzarlo. Dopo sette anni esaminarono il numero delle morti e confrontarono
          i tassi di mortalità, a seconda dell'età, nei campioni presi in esame, in relazione
          ai differenti fattori. Fra tutti questi fattori, si scoprì che l'assunzione della vita-
          mina C aveva la maggiore influenza, in senso positivo, sul tasso di mortalità ri-
          spetto all'età, un'influenza  perfino  superiore di quanto non avesse, in senso ne-

          gativo, il fumo (Chope e Breslow, 1955). Laddove i fumatori hanno, a qualsiasi
          età, il doppio delle probabilità di morire rispetto ai non fumatori, la persona che
          ingerisce poca vitamina  C (calcolata dal contenuto di vitamina  C presente nel

          cibo consumato) ha probabilità  2,5 volte superiori di morire rispetto a chi ne
          assume molta. Le malattie erano anche relativamente più numerose.

              Questa differenza  sta a indicare che la durata del tempo trascorso in buona
          salute e quella della  vita è di dieci anni superiore nelle  persone che fanno  un
          più ampio uso di vitamina C rispetto a quelle che ne fanno un uso minore.

              La linea  di demarcazione,  era segnata approssimativamente dai 50 mg. al

          giorno equivalenti alla quantità raccomandata nelle razioni dietetiche. L'assun-
          zione media del gruppo che ne ingeriva  una dose bassa era di 24 mg. al giorno;
          di 127 mg, invece, quella del gruppo che ne ingeriva una dose maggiore.

              Queste medie sono calcolate partendo dal presupposto che la distribuzione
          delle dosi per ciascuno dei due gruppi fosse uguale a quella fatta ai gruppi cor-

          rispondenti  (di età superiore  ai sessant'anni)  presi come  campioni  nel  First
          Health and Nutrition Examination Survey (Primo rapporto sull'indagine relati-
          va alla salute e all'alimentazione), 1971-72 (Abraham, Lowenstein e Johnson,
          1976).

              È interessante notare come bere semplicemente un grande bicchiere di suc-

          co d'arancia ogni giorno (contenente circa 90 mg. di acido ascorbico diluito in
          200 g. di succo), o prendere una compressa di vitamina C da 100 mg, include-
          rebbe una persona nel gruppo ad alta assunzione.

              Parte del miglioramento nella salute del gruppo ad alta assunzione potrebbe
          essere attribuita ad altre sostanze presenti nei cibi che forniscono la vitamina  C

          suppletiva.  Non c'è dubbio che il succo d'arancia,  la  lattuga  e altri vegetali,
          nonché la frutta, contengono oltre alla vitamina C importanti sostanze nutritive.
          Ma l'effetto di un'alta assunzione di vitamina A sul miglioramento della salute,
          nello  studio condotto a San Mateo, risultò  efficace solo per metà  rispetto a

          quello  della vitamina  C; l'effetto della  niacina, una delle  vitamine  del gruppo
          B, risultò efficace solo per un quarto, sempre rispetto a quello della vitamina C.
          I cibi con un alto contenuto di vitamina  A e di niacina, quantunque siano effi-
          caci per un miglioramento della salute, non lo sono quanto quelli ad alto conte-

          nuto di vitamina  C.
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