Page 85 - Come vivere più a lungo
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Molti anni fa si è scoperto che i porcellini d'India alimentati con la stessa
dieta che produce lo scorbuto, contenente cioè meno di 5 mg. di acido ascorbi-
co al giorno per chilogrammo di peso corporeo, differivano l'uno dall'altro per
la gravita dello scorbuto da cui venivano affetti e per la rapidità con cui ciascu-
no di essi se ne ammalava. Un esperimento eccezionale fu condotto nel 1967
da Williams e Deason: essi trovarono da un commerciante di animali dei por-
cellini d'India di sesso maschile che erano stati da poco privati dell'allattamento
materno. Dopo una settimana di osservazione, in cui i porcellini furono nutriti
secondo una dieta sana che includeva verdure fresche, gli animaletti furono
sottoposti a una dieta priva di acido ascorbico o con quantità integrative note.
Essi furono divisi in otto gruppi, ognuno dei quali comprendeva dai dieci ai
quindici individui: a uno dei gruppi non veniva dato acido ascorbico, mentre
agli altri ne venivano date quantità diverse, somministrate con una pipetta per
via orale. Circa l'80 per cento degli animali che non ricevevano l'acido ascorbi-
co, o che ne ricevevano soltanto 0,5 mg. per chilogrammo di peso corporeo al
giorno, rivelò i sintomi dello scorbuto, mentre soltanto il 25 per cento di quelli
che ne ricevevano 1 mg. e 4 mg. per chilogrammo al giorno e nessuno fra quel-
li che ne ricevevano 8 mg. o più al giorno diede segni del male. Questi risultati
concordano con l'affermazione che per prevenire lo scorbuto nei porcellini
d'India necessitano, circa 5 mg. per chilogrammo al giorno di acido ascorbico.
Si osservò, d'altra parte, che due animali che avevano ricevuto soltanto 1 mg.
per chilogrammo al giorno rimasero sani e acquisirono peso durante tutto il pe-
riodo dell'esperimento (otto settimane). Uno di essi rivelò di aver acquisito un
peso totale maggiore di quello di ogni altro animale che aveva ricevuto una
dose di acido ascorbico due, quattro, otto o sedici volte superiore. Eppure, sette
dei porcellini d'India, che avevano ricevuto 8, 16 o 32 mg. per chilogrammo al
giorno, si rivelarono in uno stato di salute non buono e non diedero che minimi
segni di crescita durante i primi sette giorni di dieta. Fu allora data loro una
maggiore quantità della vitamina: a cinque di essi, 64 mg. per chilogrammo al
giorno, e a due di essi, 128 mg. per chilogrammo al giorno. Gli animali reagiro-
no benissimo: se erano cresciuti soltanto di 12 g. in media durante il periodo di
dodici giorni in cui veniva data loro la dose minore di acido ascorbico, durante
i dieci giorni in cui ricevettero le dosi superiori crebbero mediamente di 72 g.
La conclusione che si potè trarre fu che questi animali, sette sui trenta a cui
erano stati dati 8 mg. e 32 mg. di vitamina C per chilogrammo al giorno, ne ri-
chiedevano, per essere sani, una dose maggiore degli altri.
Williams e Deason (1967) giunsero alla conclusione che, su un numero to-
tale di cento porcellini d'India esistono almeno venti scale diverse per il fabbi-
sogno di vitamina C del singolo individuo. Essi dedussero che anche per gli es-
seri umani doveva valere la stessa regola dei porcellini d'India usati nell'esperi-
mento e che, di conseguenza, la variazione individuale nel fabbisogno di vita-