Page 7 - Sbirritudine
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Pure la quantità esatta d'aria che respirano. Fanno ogni cosa con
lentezza, misurati e controllati. Sono animali a sangue freddo. Quella
sera io e il collega gli abbiamo chiesto i documenti e infatti… il
milanese doc era un siciliano appartenente a una famiglia “a rischio”.
Sembrano uguali a tutti gli altri e invece sono maliùti. Malacarne in
tutto e per tutto.
Il Gattopardo è a metà. Io sono sdivacato sul divano. Mia moglie è
sulla sedia. Anna si mette sempre lì quando guarda un film o legge un
libro che le interessa. Anche quando parla con i nostri figli. Non sta mai
in piedi o sul divano o chissà dove. Si mette sulla sedia. È concentrata e
ti presta la massima attenzione. Io a casa sono sempre un cataplasimo.
Sono stanco per le troppe ore passate a baliàre qualche mafioso. È lei
che ha cresciuto i nostri figli. Io c'ero solo le volte che il lavoro me lo
permetteva, cioè mai. Se i ragazzi non sono finiti a fare cazzate è merito
suo. Me la racconto dicendomi che io tengo a posto il mondo fuori e lei
quello in casa. Ma so che non è vero. Io lì fuori ho assicutàto mafiosi
tutto il giorno. Questo è quello che fa un poliziotto. Invece di stare con
la famiglia sta con i mafiosi. Passa tutto il giorno con questi pezzi di
fango e cerca di non sporcarsi troppo.
Finito il corso di addestramento a Roma potevo scegliere. Andare al
Nord o restare al Sud. Il Nord era come andare in Europa, fare un
viaggio nel futuro di mille anni e vivere un sogno. Così almeno la
vedevano i miei colleghi. Uno di loro mi aveva chiesto pure chi caspita
me lo faceva fare di schierarmi in prima linea. E come glielo spiegavo?
Lui il sesto senso non ce l'aveva e non capiva che il Nord era già stato
colonizzato. La Sicilia ha sicilianizzato l'Italia. L'ha infettata con il
morbo di Cosa Nostra. Ecco perché ho deciso di tornare giù. Giù o su
era lo stesso.
Anna è sempre lì che si sciroppa 'sto film di trine e minchiate. Io
invece non riesco a staccare. Ormai il lavoro me lo porto a casa, nella
testa. La sera mangio pasta con mia moglie e i nostri figli e penso a
Carmelo Pasta, detto Pino Vastedda, anni trentasette, uomo d'onore
appartenente alla famiglia Collica del mandamento di Santa Margherita,
coniugato con Rosa Finazzo, figlia di Francesco Finazzo, detto “Cicco
'u Mulunaro”, sessantaquattro anni… Non stacco mai. Penso a loro
tutto il giorno. La notte in sogno li catturo. E la mattina quando mi
sveglio loro purtroppo sono fuori.