Page 5 - Sbirritudine
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Sbirritudine
A Emanuela, Tiziana e Mario.
A tutti quelli che continuano a combattere.
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È sera e sono a casa. Non sono di servizio, una delle poche volte. In
tv c'è Il Gattopardo. Mia moglie lo adora. Tancredi, Angelica e tutto il
resto. Io è la prima volta che lo vedo. Preciso identico a quell'altro film:
Il Padrino. Un boss vecchio stampo, il mondo che cambia intorno a lui
e il problema della successione.
Se fossi vissuto nel 1860, al principe di Salina gli avrei sminchiato la
vita. Sono quelli come lui che hanno voluto la mafia, che l'hanno usata,
sfruttata e aiutata. Anche loro erano Cosa Nostra.
Io sono un poliziotto. Un poliziotto siciliano. Un controsenso. I
siciliani odiano lo Stato: questa camurrìa l'ho sentita troppe volte. Io
credo che invece noi lo Stato lo accettiamo eccome. Ne abbiamo due in
Sicilia: lo stato italiano e quello di Cosa Nostra. Hai un negozio? Paghi
doppio: tasse e pizzo. Cerchi lavoro? Chiedi a conoscenti fidati e ad
amici poco raccomandabili. Ti fregano la macchina? Forze dell'ordine e
uomini d'onore stanno là apposta.
Mentre mia moglie si commuove per il film, a me mi è acchianàta
una raggia che ho voglia di spaccare tutto. Quando sono di servizio
l'adrenalina ce l'ho al posto del sangue. Quando stacco invece mi sento
male. Rimanere a casa mi fa venire il mal di testa. Fosse per me starei
sempre in giro per vedere cosa stanno combinando quelli. Loro, i
punciùti, sono là fuori a tramare, a sfirniciàrsi per capire come ti
devono fregare. Notte e giorno.
Per chi non è nato qui è difficile capirlo. Qualche anno fa è venuto
giù da noi un parente alla lontana, nato e cresciuto in Padania. Come
minchia si chiamava? Vabbe'. Mia moglie mi ha chiesto di fargli fare la