Page 146 - Prodotto interno mafia
P. 146

colpire  con  decisione  e  arginare  l’attività  delle  reti  criminali,

               soprattutto quelle legate alle Farc (le Forze armate rivoluzionarie
               della  Colombia).  Ma  nel  mercato  abbandonato  dai  colombiani

               sono subentrati i messicani che hanno presto preso il controllo di
               buona  parte  del  narcotraffico.  Come  se  non  bastasse,  nella

               riorganizzazione  dei  fondi  e  delle  forze  per  contrastare  il
               terrorismo internazionale dopo l’11 settembre, il Messico è stato
               uno delle vittime dei tagli.

                   Dopo  gli  attentati  del  2001,  un  numero  ingente  di  agenti
               dell’anticrimine che lavoravano in Messico e ai confini con gli

               Stati  Uniti  sono  stati  trasferiti  alle  unità  antiterroristiche.
               Recentemente  il  paese  è  tornato  al  centro  delle  attenzioni  del

               governo americano perché la guerra per il controllo del traffico
               di  droga,  le  feroci  lotte  interne  tra  narcotrafficanti  con  tutti  i

               morti, le sparatorie, i sequestri di persona e i disagi per la società
               civile  che  ne  conseguono  non  si  consumano  piú  a  Tijuana,  a
               Città del Messico o a Tancitaro, ma nelle metropoli americane.

                   Il governo degli Stati Uniti ha capito che se non vuole che i
               narcotrafficanti prendano il controllo delle sue città deve reagire:

               per  questo  motivo  sta  dedicando  molte  risorse  per  ristabilire
               l’ordine  nel  paese,  e  questo  significa  soldati,  armi,  tecnologia.
               L’impegno  che  c’è  oggi  nel  contenere  l’espansione  della

               criminalità  organizzata  a  sud  di  Tijuana  è  una  novità  assoluta
               nella storia dei rapporti tra Messico e Stati Uniti.



                   Il nuovo attore geopolitico del primo decennio del secolo non
               è il Messico, ma la Cina...



                   Anche  sulla  Cina  sono  abbastanza  ottimista.  Da  quando  ho

               scritto Illecito a oggi è successa una cosa che ha spostato l’asse
               del mondo: la  Cina è  diventata la  seconda economia  mondiale
               dopo gli Stati Uniti. Nel mondo globalizzato non si può essere

               una potenza economica senza rispettare delle regole. Piú Pechino
               diventa potente, piú si rende dipendente dal resto del mondo e

               deve connettersi all’economia mondiale. Alla crescita economica
               corrisponde la necessità di operare secondo certe regole: non è



                                                          141
   141   142   143   144   145   146   147   148   149   150   151