Page 115 - Prodotto interno mafia
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cerchiamo di diffondere sono idee e valori legati al bisogno di

               legalità,  alla  forza  di  non  indulgere  a  nessuna  forma  di
               compromesso,  al  rispetto  delle  regole  del  gioco  democratico  e

               alla trasparenza dei comportamenti.
                   La gente di Mazara ha risposto al mio invito con meraviglia,

               come  a  dire:  ne  dobbiamo  parlare  perché  non  l’abbiamo  fatto
               finora o per convincerci che la linea da seguire è questa? Parlare
               di legalità al Sud per tanto tempo è sembrato strano, estraneo alla

               nostra  sensibilità.  Ora  è  diverso,  è  normale  che  se  ne  discuta,
               anche  in  senso  promozionale  e  formativo,  perché  possiamo

               ammettere soluzioni e scelte diverse da quelle della connivenza o
               dell’omertà.



                   In che modo la Chiesa può  farsi  interprete  di quella  che  lei
               delinea come un’operazione soprattutto pedagogica e culturale?



                   Per costruire una cultura della legalità bisogna mostrare alle
               persone il lato esaltante della legge, dimostrare che paga piú del

               crimine, anche se nel breve termine il facile riscontro economico
               può  indurre  a  pensare  il  contrario.  L’impegno  delle  forze

               dell’ordine  in  questo  senso  è  fortissimo  ed  encomiabile.  La
               vittoria  non  è  lontana,  ma  non  è  certo  dietro  l’angolo.  È
               importante  offrire  testimonianze,  proporre  modelli  positivi.

               Comunicare il valore della tranquillità, della pace interiore che
               vive  solo  in  chi  non  ha  nulla  da  temere,  in  chi  riceve  uno

               stipendio  alla  luce  del  sole  e  segue  la  legge  degli  uomini  e  di
               Dio. Bisogna educare gli uomini fin da piccoli con situazioni ed

               esempi alla loro portata.
                   Mi colpisce sempre lo stupore dei bambini quando, durante la

               confessione, li provoco sull’esito della partita di pallone: in caso
               di vittoria, domando se è stata meritata o frutto di un imbroglio.
               E loro domandano impauriti: «Perché padre, un fallo è peccato?»

               Oggi che famiglia e scuola hanno abdicato al ruolo di educatori,
               la  Chiesa  torna  in  pole  position.  Per  questo  la  Cei  ha  scelto

               l’educazione  come  tema  centrale  dei  prossimi  dieci  anni  di
               attività pastorale.



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