Page 175 - L'onorata società
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scientifica.  Non  contano  nulla  le  pubblicazioni  sulle  riviste  specializzate,
          ossia il cosiddetto impact factor, che è il sistema di valutazione adottato in
          tutto  il  mondo  tranne  che  in  Italia.  Alla  fine  la  commissione  di  cinque
          membri, accuratamente "selezionati", non stila nessuna graduatoria e il più

          delle volte tutti i candidati conseguono l'idoneità. Dopodiché, a scegliere il
          vincitore è il direttore generale. In modo totalmente discrezionale. Sotto
          l'influenza dei politici o, nella migliore delle ipotesi, dei baroni di turno.
              Emblematica la disavventura toccata a Marco Lanzetta, il chirurgo che,

          nel 1998, a Lione, faceva parte dell'équipe che effettuò il primo trapianto
          mondiale  di  una  mano.  Un  exploit  celebrato  sui  giornali  dei  cinque
          continenti. Deciso a rientrare in Italia, Lanzetta partecipa al concorso per
          ordinario di Ortopedia alla facoltà di medicina dell'Università dell'Insubria di

          Varese. La commissione non gli riconosce neppure l'idoneità e gli preferisce
          due  candidati,  uno  varesino  e  l'altro  romano.  Lui  va  su  tutte  le  furie.
          Ricorre al Tar della Lombardia per chiedere l'annullamento della prova e
          ottiene  ragione.  Il  tribunale  amministrativo  sostiene  che  nel  concorso  si

          sono  verificati  «errori  di  giudizio  da  parte  della  commissione  che
          presentavano vizi di assoluta irrazionalità e irragionevolezza. Sia in merito
          alla  valutazione  dell'attività  didattica  svolta  all'estero  dal  professor
          Lanzetta  sia  in  riferimento  all'impact  factor  delle  sue  pubblicazioni  su

          riviste  internazionali».  Tra  un  ricorso  e  l'altro,  si  giunge  alla  sentenza
          emessa dal Consiglio di Stato nel settembre 2007, che conferma quanto
          stabilito dal Tar della Lombardia e ribadisce l'annullamento del concorso.
          Secondo  il  Consiglio  di  Stato,  è  inammissibile  «penalizzare  a  priori  il

          candidato che ha arricchito l'esperienza professionale, clinica e didattica,
          all'estero  e  voglia  rientrare  in  Italia  o  comunque  dedicarsi  con  maggiore
          continuità all'attività nel nostro Paese». È infatti noto che «in altre nazioni
          l'affidamento di incarichi di insegnamento avviene sulla base del merito del

          professore,  con  la  conseguenza  che  in  università  particolarmente
          prestigiose  insegnano  solo  professori  che,  a  prescindere  dai  titoli
          formalmente  conseguiti,  siano  ritenuti  meritevoli  di  svolgere  l'attività
          didattica». Lanzetta ha deciso di partire per l'altra parte del globo: adesso

          ha una cattedra a Canberra, in Australia.
              Non c'è niente da fare: se non hai santi in paradiso non riesci a entrare.
          L'effetto baronie pesa come un macigno. E i baroni della medicina sono i
          più  agguerriti  di  tutti  nel  difendere  strenuamente  privilegi  e  interessi.

          Primo,  quello  di  stabilire  chi,  dove  e  quando  deve  fare  carriera.  Con  un
          occhio di riguardo a parenti e amici. Luigi Frati, rettore della Sapienza di
          Roma dopo essere stato per 17 anni preside della facoltà di Medicina, si è
          vantato  in  varie  occasioni  di  aver  sistemato  200  professori.  Senza

          trascurare, chiaro, la moglie e i figli. A Bari, quando Antonio Quaranta è
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