Page 178 - L'onorata società
P. 178
Cameron. «Ho un figlio che non sta troppo bene» aveva dichiarato poco
prima che Ivan, sei anni, nato con una gravissima malattia cerebrale,
morisse, nel febbraio 2009.
Ho visto perciò il Servizio sanitario nazionale da dentro. Ho passato
intere notti in pronto soccorso a fianco di mio figlio. Ho conosciuto gente
che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri. Consulenti, dottori,
infermieri. Io li chiamo eroi. Compresi i portieri e le imprese di pulizia. E poi
ho incontrato un esercito di volontari. Ho scoperto la gratuità del loro
tempo e della loro energia. A loro non voglio lasciare alcun dubbio su
quello che penso del Servizio sanitario nazionale. Noi crediamo in loro. Noi
vogliamo migliorarlo. Vogliamo migliorarlo per ognuno di noi.
Ma non è necessario varcare la Manica per capire che qualcosa, nel
nostro sistema, va cambiato. Gianni Bonadonna, uno degli autori di
Dall'altra parte, una vita a studiare i tumori, il 6 settembre 2007, a San
Francisco, è stato premiato dall'Asco, l'Associazione americana di
oncologia. Motivazione: «La sua ricerca è grande come la Scala di Milano».
Lui si è alzato dalla carrozzina che gli è compagna dall'ottobre 1995. E ha
cominciato scusandosi per il basso tono di voce: «Sapete, un ictus arriva e
ti segna. Per quello che eri e per quello che sarai». Quindi non ha proposto
diapositive e relazioni. Si è limitato a una lectio magistralis che più lectio e
pi ù magistralis non poteva essere: «Le facoltà di Medicina» ha detto
davanti alla platea di accademici in religioso silenzio «dovrebbero
insegnare ai giovani studenti il valore del rapporto con il paziente.
Servirebbe un esame di umanità».
Umanità. Un concetto devastante, nella sua semplicità. In fondo,
basterebbe ricordarsi che dietro a ogni cittadino, a un consumatore, a un
malato, c'è prima di tutto un uomo. Non dovrebbe essere necessario finire
dall'altra parte per capirlo. Bisogna ripartire da lì. Se vogliamo una società
meno onorata e più civile.