Page 83 - Mani in alto
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Daniele uscì dal carcere gli portò una copia del romanzo La nausea che divorò
avidamente.
Paolo, poi, leggeva e rileggeva anche Così parlò Zarathustra. Ne parlavano spesso
insieme durante le passeggiate in cortile.
Alle asserzioni di D’Annunzio o di Nietzsche, il Bello ribatteva con il suo Sartre.
A Daniele viceversa piacevano i fumetti. Maria li prendeva in prestito
dall’edicolante compagno di partito che chiedeva soltanto di non spiegazzarli.
Daniele leggeva di tutto, da Tarzan a Gim Toro, ma il preferito era Mandrake con le
sue straordinarie magie.
«Un bel libro e un po’ di riposo ogni tanto ci vogliono…» dice il Bello
stiracchiandosi.
I tre amici si gingillano spesso con le letture preferite. Stravaccati sul letto riposano
corpo e mente.
Nella soffitta a casa di Paolo si sta tranquilli e nessuno rompe le scatole. L’unico
che ha libero accesso è il Lungo, ma è sempre in giro e le letture non gli interessano.
«Paolo, com’è che dici sempre tu…? Il mondo si divide tra chi fa alzare le
braccia… no… no… com’è che dici?» chiede Daniele alzandosi di scatto.
«Paganini non ripete!» risponde Paolo serio.
Daniele si fa scuro in volto e ripiega il suo Mandrake.
«Ma dài cinno, che si scherza…» dice il Bello senza distogliere lo sguardo dal
libro.
Daniele è ancora immusonito, fa spesso così quando avverte scarsa considerazione
per le sue osservazioni.
«Magnesia San Pellegrino!» esclama di colpo Romano con voce gracchiante da
réclame.
«Magnesia San Pellegrino! E son contento, perché sto benone da quando prendo
ogni mattina un cucchiaino di Magnesia San Pellegrino!»
Il Bello, con le sue imitazioni, aveva la capacità di far riaffiorare il sorriso anche
sul volto imbronciato di Daniele.