Page 50 - Mani in alto
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mettere sotto i denti e poi anche qualcos’altro».

           «Io resto qui a riposare».
           «Non ho fame, resto anch’io in camera con Paolo».
           «Io invece mi sa che ti seguo, ho un certo languore e dopo aver guidato mi voglio

          proprio sgranchire».
           Il Bello e il Biondino infilano la porta, escono parlando fitto e sghignazzano forte.
           Fuori nella strada il buio è interrotto da fioche lampade giallognole.
           Una morettina è affacciata a una finestra del piano terra di una casa color ocra.
          Sorride e fa cenno di entrare. Il Bello getta un’occhiata all’amico che strizza

          l’occhio in segno d’approvazione.
           Il Biondino resta fuori, non gli dispiacciono le prostitute, ma gli ricordano troppo i
          soldati americani e la guerra. Troppi ricordi potrebbero affiorare. Se ne resta fuori,

          mentre dalla finestra aperta giungono i gridolini della prostituta e i grugniti del
          Bello.
           Però ci dà dentro il Bello, pensa mentre un passante si ferma un istante per poi
          proseguire. Forse era già passato altre volte e si era fermato in quella casa. Altra
          gente passeggia, incurante di quello che accade là dentro.

           La sera ormai si è insinuata impudicamente attraverso il dedalo di caruggi di questa
          città obliqua.
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