Page 45 - Mani in alto
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Al ristorante Diana
Tortellini fatti come dio comanda e cotti nel brodo di cappone, bolliti misti con
salsa verde innaffiati da prelibato vino rosso piemontese, zuppa inglese e champagne
francese.
Il cameriere, vestito di tutto punto, stappa la bottiglia e la fa assaggiare al cliente, se
non è di gradimento la cambia all’istante. Tanto va comunque tutto sul conto. Ma per
pagarlo non ci saranno problemi di sorta, ci sono ancora tanti bigliettoni di Binasco.
Anzi, ci si può pure togliere lo sfizio di lasciare la mancia.
«Grazie dottore».
«Grazie commendatore».
I titoli e le onorificenze si sprecano nei mille ringraziamenti dei camerieri.
«Ingegnere! Sono l’ingegner Müller di Marsiglia» rispondeva serio Paolo tra le
risatine di Romano.
«Certo ingegnere, scusi ingegnere…»
Da tanto tempo Paolo e Romano avevano voglia di fare una cena così, ne parlavano
sin dai tempi della galera. Come sembrano lontani adesso quei giorni.
Mentre mangiavano al refettorio di San Giovanni in Monte, ricordando la fame
patita durante la guerra, sognavano cene come questa con belle donne.
Tre ragazze siedono al tavolino con loro.
Il Bello non se l’è sentita di rinunciare a quella riservata a Daniele, solo perché lui
è dovuto andare al cinema con Maria.
«Sai cosa ti dico Paolo, è meglio una donna in più che una in meno e con la fame
arretrata che abbiamo ne accontentiamo anche due alla volta».
A undici anni Romano rimase orfano di madre. Perdere la mamma a quell’età segna
profondamente nell’animo. Qualcuno afferma che in molti uomini la ricerca frenetica
di una donna, in fondo sia la ricerca della madre perduta.
Le ragazze si stavano abbuffando come non mai, forse non avevano patito la galera,
ma la fame, quella sì. Ma anche un’altra fame, quella di stoviglie linde, posate
luccicanti e tovaglioli bianchi ricamati, un calice per il vino, uno per l’acqua e la
coppa per un brindisi. E pensare che i ricchi, tutti i santi giorni da quando sono nati,
mangiano in questo modo, guerra o non guerra.
O meglio, la guerra a loro non tocca mai e la miseria nemmeno li sfiora.