Page 921 - Shakespeare - Vol. 4
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Sarà fatto, signore.
(Esce.)
PROSPERO
E tu, schiavo velenoso, generato dal demonio
In coppia con tua madre scellerata,
Fuori immediatamente!
Entra Caliban.
CALIBAN
Addosso a tutti e due cadano gocce
Di brina maligna come quella
Che mia madre da una palude marcia
Con penna di corvo raccoglieva!
Che un vento di scirocco possa soffiare su di voi
E riempirvi di piaghe!
PROSPERO
Per questo, ti assicuro, stanotte
Avrai crampi e fitte nei fianchi
Da toglierti il fiato. Spiriti malvagi
In forma di porcospini verranno
Nella vastità della notte a tormentarti,
Ti copriranno di buchi più fitti
Delle celle di un alveare. E ogni puntura
Sarà più dolorosa di quella delle api.
CALIBAN
Prima devo mangiare.
Quest’isola è mia. Mi venne
Da Sycorax, mia madre. E tu me l’hai presa.
Appena arrivato mi accarezzavi
E mi tenevi nel cuore,
Mi davi acqua con dentro i mirtilli
E mi insegnavi a nominare
La luce più grande e quella più piccola
Che bruciano di giorno e di notte −