Page 918 - Shakespeare - Vol. 4
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Questa cagna dagli occhi bui 7
Fu sbarcata qui incinta
E qui lasciata dai marinai.
Tu, mio schiavo, eri allora
− Sei stato tu a raccontarmelo −
Al suo servizio. E poiché
Eri uno spirito troppo delicato
Per eseguire ordini
Così bassi e odiosi,
Quando ti rifiutasti di obbedire
Alla sua autorità, lei,
Con l’aiuto dei suoi ministri più potenti
E in preda a implacabile furia,
Ti confinò nella spaccatura di un pino.
E in questa morsa dolorosamente
Rimanesti imprigionato una dozzina d’anni.
Nel frattempo lei moriva,
Lasciandoti là dentro −
Dove tu urlavi lamenti
Rapidi come pale di mulino.
Quest’isola, allora −
All’infuori del figlio
Che lei depose sullo strame,
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Un nato di strega tutto una macchia −
Non era onorata
Da alcuna forma umana.
ARIEL
Sì, suo figlio Caliban.
PROSPERO
Appunto, stupido! Sto parlando di lui,
Di quel Caliban che è ora al mio servizio.
Tu sai bene in quale tormento ti trovai.
I tuoi lamenti facevano piangere i lupi
E penetravano il petto
Degli orsi sempre irosi. Era una pena
Da infliggere ai dannati e che Sycorax