Page 635 - Shakespeare - Vol. 4
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ERMIONE

               Chi viene con me? Prego vostra maestà
               di lasciarmi le mie donne, poiché, vedete,
               la mia condizione lo richiede. Non piangete, sciocchine,

               non ce n’è motivo: quando saprete che la vostra padrona
               ha meritato la prigione, allora spargete lagrime
               alla mia uscita: questa prova cui vado incontro
               mi darà più rispetto. Addio, mio signore:
               non ho mai desiderato di vedervi dispiaciuto, ma ora

               penso che lo farò. Venite, donne; avete il permesso.



              LEONTE
               Andate, eseguite i nostri ordini: via!
                                                            (Esce la regina, sotto scorta; e le dame.)



              UN NOBILE
               Vostra altezza vi supplico, richiamate la regina.



              ANTIGONO
               Siate ben certo di quello che fate, sire, affinché la vostra giustizia

               non si dimostri violenza, in cui tre grandi soffrirebbero,
               voi stesso, la vostra regina, vostro figlio.



              UN NOBILE
                               Per lei mio signore,
               son pronto a rischiar la vita, e lo farò, sire,
               se vorrete accettarla; la regina è immacolata

               agli occhi del cielo, e vostri − voglio dire
               per quello di cui l’accusate.



              ANTIGONO
                               Se sarà provato
               che non è così, io metterò le stalle dove ora

               alloggio mia moglie; la porterò in giro al guinzaglio;
               non le crederò al di là di quello che vedo e tocco:
               perché ogni pollice di donna a questo mondo,
               anzi, ogni pezzettino di carne femminile è falso,

               se lei lo è.
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