Page 632 - Shakespeare - Vol. 4
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nella tazza, e uno può bere, e andarsene,
senza esserne avvelenato (perché il suo sapere
non è infetto); 17 ma se si mostra
l’aborrito ingrediente all’occhio suo, se lo s’informa
di cosa ha bevuto, la gola gli sconquassa, e i fianchi,
il vomito violento. Io ho bevuto e ho visto il ragno.
Camillo è stato in questo il suo aiutante, il suo mezzano: 18
c’è un complotto contro la mia vita, la mia corona;
tutti i miei sospetti sono veri: il falso impostore
che io assoldai, era da lui già stato assoldato:
lui rivelò il mio piano, ed io rimango
straziato; sì, un giochino
da rigirarsi come voglion loro. Come son state aperte
le porte?
UN NOBILE
Per la grande autorità di lui
che spesso già aveva dato ordini simili
a nome vostro.
LEONTE
Lo so fin troppo bene.
Datemi il ragazzo: son contento che non l’abbiate allattato;
anche se ha la mia impronta, fin troppo del vostro sangue
avete messo in lui.
ERMIONE
Cos’è questo, uno scherzo?
LEONTE
Portate via il ragazzo; non deve venirle vicino;
portatelo via; e che lei si trastulli
con quello di cui è incinta; perché è Polissene
che ti ha gonfiata a questo modo.
(Esce Mamillio, con una dama.)
ERMIONE