Page 634 - Shakespeare - Vol. 4
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ciò che ella stessa dovrebbe vergognarsi di sapere,
insieme al suo scellerato complice, ed è che
ella è una scambia-letto, volgare quanto quelle
cui il popolino dà i titoli più crudi; già, e sapeva
anche di questa loro fuga.
ERMIONE
Sulla mia vita, no,
non ne sapevo niente. Quanto vi affliggerà,
quando conoscerete di più, d’avermi così
insultata in pubblico! Mio gentile signore,
non potrete certo rendermi giustizia, allora,
dicendo soltanto che avete sbagliato.
LEONTE
No: se io sbaglio,
con le fondamenta su cui costruisco,
allora la terra non è grande abbastanza
per la trottola di uno scolaretto. Portatela in prigione!
Chi la difende sarà colpevole sicuramente
solo che apra bocca.
ERMIONE
Un pianeta malefico influisce:
devo portar pazienza finché i cieli si mostrino
in aspetto più benigno. Miei buoni signori,
non sono facile alle lagrime, com’è comune
al nostro sesso, e la mancanza di questa vana rugiada
seccherà la vostra pietà: ma io porto qui
quel dignitoso dolore che brucia molto più
di quanto le lagrime anneghino: prego voi tutti, miei signori,
giudicatemi coi pensieri più adeguati con cui la vostra carità
vorrà ispirarvi; e così sarà fatta
la volontà del re.
LEONTE
Sarò obbedito?