Page 615 - Shakespeare - Vol. 4
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POLISSENE
Che c’è signor mio?
Come va? Vi sentite bene, mio ottimo fratello?
ERMIONE
Mostrate
una fronte molto corrucciata:
siete in collera, mio signore?
LEONTE
No, vi assicuro.
Come talvolta la natura tradisce la sua scempiaggine,
la sua tenerezza, e diventa un trastullo
per cuori induriti! Guardando i lineamenti
del viso di mio figlio, m’è parso di tornare indietro
ventitré anni e mi son visto senza brache,
col giubbettino di velluto verde; il pugnale in museruola
perché non mordesse il padroncino, e diventasse,
come spesso succede agli ornamenti, pericoloso:
com’ero simile allora, pensavo, a questo nocciolino,
questo fagioletto, questo signorino. Mio franco amico,
accetterete mai uova per moneta? 11
MAMILLIO
No, signore, io mi batterò.
LEONTE
Lo farete? Auguri, allora! Fratello mio,
siete anche voi così preso dal vostro principino, come noi
sembriamo esserlo dal nostro?
POLISSENE
Quando sono a casa, signore,
è lui tutto il mio svago, la mia gioia, la mia attività:
ora mio amico per la vita, poi mio nemico;
il mio favorito, il mio soldato, il mio ministro, tutto.
Lui fa un giorno di luglio breve come in dicembre;
e con l’infanzia bizzosa cura in me