Page 613 - Shakespeare - Vol. 4
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se ho capito bene: come vorrei che si chiamasse Grazia!
Solo una volta prima d’ora ho parlato bene? Quando?
Su, dimmi: non vedo l’ora!
LEONTE
Ebbene, fu quando
tre malinconici mesi morirono inaciditi,
prima che riuscissi a farti aprire la bianca mano,
per sigillare il mio amore: fu quando dicesti
“sono vostra per sempre”.
ERMIONE
Si chiama Grazia davvero.
Ecco dunque! Ho parlato bene due volte:
la prima mi guadagnò per sempre uno sposo regale;
la seconda, per qualche tempo un amico.
(Dà la mano a Polissene.)
LEONTE
(a parte)
Troppo calore, troppo!
Spingere l’amicizia a questo punto è mescolare il sangue.
Mi trema il cuore: mi danza dentro,
ma non di gioia − non di gioia. Tale cortesia
può assumere un viso aperto, attingere schiettezza
dalla sincerità, generosità, bontà di cuore,
e fare onore a chi la usa: questo lo ammetto;
ma premersi le palme, incrociarsi le dita,
come fanno adesso, farsi sorrisini studiati
come allo specchio; e poi sospirare, come
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fosse la morte del cervo − O questa è cortesia
che non piace al mio cuore, né alla mia fronte.
Mamillio, sei tu il mio ragazzino?
MAMILLIO
Sì, mio buon signore.
LEONTE