Page 600 - Shakespeare - Vol. 4
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L’impressione che lo Shakespeare maturo stesse sperimentando con un
occhio al gusto mutato del pubblico è anche corroborata dal successo di The
Winter’s Tale tra i contemporanei. Dopo lo spettacolo al Globe cui assisté il
Dr. Forman nel maggio del 1611, la commedia fu presentata a corte nel
novembre dello stesso anno. Il testo stampato nell’in-folio è probabilmente
quello dello spettacolo di corte, forse leggermente diverso da quello del
Globe. Diciotto mesi più tardi, The Winter’s Tale appare nella lista delle
commedie rappresentate per festeggiare le nozze della principessa Elizabeth
con l’Elettore Palatino. Ci sono testimonianze di almeno altre due
rappresentazioni a corte prima della morte di Re Giacomo e di una che
piacque a Re Carlo nel 1634.
Dopo la rivoluzione puritana e la restaurazione, The Winter’s Tale scomparve
dalle scene per più di cento anni. Nella seconda metà del ’700 ci furono degli
adattamenti dell’opera al nuovo gusto. Il più famoso di questi fu Florizel and
Perdita: A Dramatic Pastoral, scritto dall’attore David Garrick nel 1756.
L’azione comincia dal IV Atto, quello appunto «musicale». Gli spostamenti
temporali e geografici dei primi tre atti vi sono solo narrati (come in The
Tempest).
Il testo tornò intero sulle scene nel diciannovesimo secolo, e conobbe un
periodo di relativa popolarità tra il 1890 e il 1914. Non posso fare a meno di
pensare che questo era il periodo di Ibsen e Shaw e dei problemi della donna
che i due drammaturghi esponevano sui palcoscenici. The Winter’s Tale ha
ben tre forti personaggi femminili, Ermione, Perdita e Paolina che offrivano
pezzi di bravura alle brave attrici dell’epoca. Detto per inciso, l’ultima
memorabile interpretazione di Paolina fu quella di Dame Flora Robson nel
1955, quando Sir John Gielgud era Leonte. Tre parti femminili importanti sono
l’eccezione in Shakespeare, che raramente mise sulla scena più di un’eroina
per volta, anche perché, pare, un solo attore nella sua troupe era in grado
d’interpretare donne giovani con voce «naturale», le altre parti venendo
affidate ad attori minori che parlavano in falsetto.
Un altro dramma di Shakespeare che abbia almeno due parti femminili
importanti è Romeo and Juliet, con Giulietta, appunto, e la sua Nutrice. È
stato notato che lo Shakespeare dei romances, uomo di teatro professionista
ormai consumatissimo, riprendeva volentieri e rimetteva in gioco discorsi,
personaggi e situazioni delle sue prime commedie e anche delle sue grandi
tragedie. Il tema della gelosia in The Winter’s Tale potrebbe rimandarci a
Othello ma, come osserva acutamente Coleridge (questa volta nelle Notes on
The Winter’s Tale ), la commedia è l’assoluto opposto della tragedia e la