Page 405 - Shakespeare - Vol. 4
P. 405

Postumo, in guisa di vecchio vestito da guerriero, che conduce per mano una
               vecchia matrona (sua moglie, e madre di Postumo). Seguono poi i due
           giovani Leonati (fratelli di Postumo), mostrando le ferite per cui morirono in
            guerra. Si uniscono in cerchio intorno a Postumo, che giace addormentato.



              SICILIO
               Più non versare, signore del tuono,

                               sulle mortali mosche la tua ripicca:
               bisticcia con Marte, riprendi Giunone,
                               che ai tuoi tradimenti invoca vendetta.

               Che male ha mai fatto il mio povero figlio,
                               il cui volto mi fu negato vedere?
               Morte mi prese mentre era in grembo,
                               in attesa del termine della Natura.
               Padre dovevi essergli allora

                               (ché padre degli orfani l’uomo ti invoca),
               e fargli da scudo ai tormenti terreni.



              MADRE
               Nessun aiuto mi diede Lucina,
                               ma nello spasmo del parto mi colse.

               Postumo fu dal mio ventre strappato,
                               e venne piangendo tra i suoi nemici,
               povera, misera creatura.



              SICILIO
               La grande Natura, come ai suoi avi,
                               sì nobile stampo concesse,

               da meritare le lodi del mondo
                               come di Sicilio degno erede.



              PRIMO FRATELLO
               Quando fu poi uomo maturo,
                               chi mai in Britannia poté eguagliarlo,

               o essere frutto migliore per Imogene,
                               il cui occhio colse l’eccelso valore?



              MADRE
   400   401   402   403   404   405   406   407   408   409   410