Page 1808 - Shakespeare - Vol. 4
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Chi crederà ai miei versi nei tempi che verranno
se straripassero dei tuoi meriti più eletti?
Eppure anche il cielo sa che son come una tomba
che cela la tua vita e poco dicon dei tuoi pregi.
Se potessi scrivere la bellezza dei tuoi occhi
e in nuove rime enumerare ogni tua grazia,
l’età a venir direbbe: “Questo poeta mente,
tali tocchi divini mai dipinsero volti umani”.
Così i miei scritti ingialliti dal passar del tempo,
verrebbero derisi qual ciarle menzognere
e le tue sincere lodi chiamate furor poetico
e rime affettate di una vecchia cantilena:
ma se a quel tempo vivesse un figlio tuo,
due volte tu vivresti, in lui e nelle mie rime.