Page 1562 - Shakespeare - Vol. 4
P. 1562
sulla vita virtuosa. Quanto al vostro ostinato rifiuto
di restituirci il Gran Sigillo,
il Re ne verrà informato e, fuor di dubbio, saprà come ringraziarvi.
Cosicché addio, monsignor Cardinal Poco-di-buono.
Escono tutti eccetto Wolsey
WOLSEY
E così addio, voi che dei poco di buono siete stati con me.
Addio, e un lungo addio, a tutta la mia grandezza.
Questa è l’umana condizione: oggi uno mette fuori
le tenere foglie della speranza, domani fiorisce,
poi porta su di sé un fitto rigoglio di onori.
Al terzo giorno arriva una gelata, una gelata mortale,
e proprio quando lui pensa, fiducioso e sereno, che di sicuro
la sua grandezza sta per maturare, ecco che lo attacca alle radici
e lui poi crolla, come a me sta accadendo. Mi sono avventurato,
come i bambini giocosi che nuotano aggrappati a vesciche,
per troppe estati in un mare di gloria,
ma in acque per me troppo fonde: il mio orgoglio smodato
si è alla fine sgonfiato sotto di me, e ora mi lascia
esausto ed invecchiato nel mio ufficio, alla mercé
di un turbolento torrente che m’inghiottirà per sempre.
Vana pompa e gloria di questo mondo, io vi odio.
Sento che il mio cuore rinasce con me. Oh quanto disgraziato
il poveretto che dipende dal favore dei principi!
Ci sono, tra quel sorriso a cui vorremmo aspirare,
l’aspetto benigno dei principi, e il loro rovinoso potere
più spasimi e terrori di quanti ne provino le donne, ne infliggano le
guerre.
E quando egli cade, cade come Lucifero,
e per non più sperare.
Entra Cromwell, e ristà sbigottito
Che c’è ora, Cromwell?
CROMWELL
Non ho il coraggio di parlare, signore.
WOLSEY