Page 1512 - Shakespeare - Vol. 4
P. 1512
ma stiano attenti a non gloriarsi di tanto malfare,
e a non erigere le loro latrine sulle tombe dei grandi,
ché allora il mio sangue innocente dovrà gridar vendetta.
Non m’illudo mi resti ancora da vivere in questo mondo,
né chiederò la grazia, anche se la clemenza del Re va bene al di là
di ogni possibile colpa ch’io osi commettere. Voi pochi che mi avete
amato
e avete la temerità di piangere per Buckingham,
voi nobili amici e compagni, perdere i quali
è l’unico suo amaro rimpianto, l’unica vera morte,
accompagnatemi da buoni angeli al mio destino.
E quando l’acciaio si abbatterà su di me per l’eterno divorzio,
fate delle vostre preci un’unica dolce nube sacrificale
e sollevate in cielo l’anima mia. Muoviamoci, in nome di Dio.
LOVELL
Vostra Grazia, vi supplico, per carità,
se mai alcun risentimento nel profondo del cuore
nutriste verso di me, concedetemi un sincero perdono.
BUCKINGHAM
Sir Thomas Lovell, ben volentieri io vi perdono,
come vorrei io stesso venir perdonato: perdono a tutti.
Per quanto innumerevoli siano le offese da me ricevute,
non ve n’è una che possa impedirmi di fare la pace. Nessun nero rancore
profanerà la mia tomba. Ricordatemi a Sua Maestà;
e se lui vi chiede di Buckingham, vi prego di dirgli
che l’avete incontrato quasi in cielo. I miei voti e le mie preghiere
vanno tuttora al Re, e finché la mia anima non mi avrà lasciato
io invocherò benedizioni su di lui. Possa egli vivere
più anni di quanti io faccia in tempo ora a contare.
Possa il suo regno restare sempre amato e benigno
e, quando la canizie l’avrà portato alla tomba,
che lui e la sua bontà sian fusi in un unico monumento.
LOVELL
Vostra Grazia, ho il dovere di accompagnarvi giù al fiume,
per poi passare le consegne a Sir Nicholas Vaux, 27