Page 130 - Shakespeare - Vol. 4
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TAISA
Oh, lasciatemi vedere.
Se egli non è il mio, il mio sacro stato
non presterà licenzioso ascolto ai miei sensi,
ma li terrà a freno, a dispetto della vista. 393
Oh, mio signore, non sei tu Pericle? Come lui
hai parlato, come lui sei. Non hai nominato una tempesta,
una nascita e una morte?
PERICLE
La voce della morta Taisa!
TAISA
Quella Taisa sono io, creduta morta e sepolta in mare.
PERICLE
Diana immortale!
TAISA
Ora ti riconosco ancora meglio:
quando tra le lacrime lasciammo Pentapoli 394
il re mio padre ti diede proprio questo anello.
PERICLE
Questo, questo! Basta, oh dèi; la vostra generosità
riduce ora ad uno scherzo le mie passate sventure;
e farete bene se mentre le tocco le labbra
io mi dissolvo e sparisco per sempre. 395 Oh, vieni,
sii sepolta una seconda volta in queste braccia. 396
MARINA
Il mio cuore balza per saltare in seno a mia madre.
Si inginocchia.
PERICLE
Guarda chi si inginocchia qui: carne della tua carne,
Taisa, il peso che portavi sul mare, chiamata Marina