Page 918 - Shakespeare - Vol. 3
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La fonte dell’intreccio principale risale ad una situazione diffusa nel folclore e
cristallizzatasi in testi letterari e drammatici del Cinquecento nella storia del
cosiddetto monstrous ransom (riscatto mostruoso, turpe baratto o patto
scellerato), secondo cui alla moglie di un condannato a morte viene promessa
salva la vita del marito purché si conceda ad un giudice o magistrato il quale,
ottenutine i favori, fa poi egualmente eseguire la sentenza. La moglie
doppiamente ingannata si appella per ottenere giustizia al sovrano, il quale
ordina che il colpevole la sposi e poi venga a sua volta giustiziato (il
particolare è importante perché ripreso nel V Atto di Measure for Measure per
illustrare il principio essenziale dell’occhio per occhio).
La storia si ritrova nella seconda parte di Siuqilia. Too Good to be True (1580-
1581) di Thomas Lupton, nelle Histoires tragiques (1583) di Belleforest, nelle
Histoires (trad. 1607) di Simon Goulart, ecc. La fonte diretta è però la V
novella della X Deca degli Hecatommithi di G.B. Giraldi Cinthio (1565, trad.
francese 1583-1584), dove la situazione suddetta coinvolge la sorella (non
più la moglie) di un condannato per violenza carnale molto giovane, e dove
alla conclusione la protagonista perdona Juriste, il magistrato colpevole del
turpe baratto, e lo sposa. Cinthio diede una seconda versione della storia in
un dramma di stampo classico, Epitia (1573, pubbl. postumo nel 1583), dove
la novità è rappresentata dal fatto che il fratello (come in Shakespeare) non
viene fatto giustiziare grazie al trucco di sostituirlo con un altro prigioniero.
Non sappiamo se Shakespeare potesse avere accesso linguistico a Cinthio
(che pure gli servì da fonte per l’Otello). La vicenda fu comunque ripresa nel
dramma classicheggiante in due parti di George Whetstone Promos and
Cassandra (1578, probabilmente mai rappresentato), nel quale il giudice-
seduttore è avanti negli anni, ed è il fratello a spingere la sorella ad
intercedere per lui e ad accettare il baratto, e nel quale vengono introdotte
quelle scene di malavita e quei personaggi dei bassifondi che Shakespeare
amplierà da par suo. (Whetstone aveva poi ripreso la storia in un racconto del
suo Heptameron of Civil Discourses [1588], ristampato come Aurelia nel
1593.)
Per altri due aspetti o motivi fondamentali del suo dramma Shakespeare risalì
ad altre due fonti. Il motivo del bed-trick, ossia della sostituzione nel letto del
peccato di un’altra donna − usato anche in All’s Well that Ends Well , e che
serve per una soluzione onorata del dilemma − è preso dalla IV novella
dell’VIII giornata del Decameron di Boccaccio. A questi motivi Shakespeare
aggiunse di suo la “cornice” (che poi diventa molto più di una cornice nella
seconda parte del dramma) del disguised ruler, del governante travestito: