Page 654 - Shakespeare - Vol. 3
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via finché è vendibile, soddisfate in tempo la domanda. La verginità, come un
vecchio cortigiano, porta un cappello fuori moda, tanto altisonante quanto
dissonante, proprio come le fibbie e gli stuzzicadenti che ora non vanno più. Il
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frutto stagionato sta meglio in una torta che sulle guance di una donna: e
questa vostra verginità, la verginità di cui si favella, è come una di quelle
pere francesi belle vizze: sgradevole all’aspetto, secca al palato. Per la
madonna, è vizza per davvero: sarà stata anche buona, ma ora, per la
madonna, è solo una pera vizza. Che ci volete fare?
ELENA
Non è così la mia verginità...
Il tuo padrone ci troverà ancora mille amori:
madre, amante, amica, una fenice,
capitano e nemica, guida, dea, regina,
consiglio, tradimento, e affetto −
sua umile ambizione e superba umiltà,
suo accordo dissonante, dissonanza armoniosa,
fede, dolce malasorte; tutto un mondo
di cari, strani nomignoli che il cieco Cupido
ha tenuto a battesimo. Così che lui...
non lo so che farà. Dio lo protegga!
La corte è una scuola, e lui è uno...
PAROLLES
Uno che, di grazia?
ELENA
Cui auguro ogni bene. Peccato...
PAROLLES
Peccato che?
ELENA
Che ogni augurio non sia già vita
in atto; se solo noi, nati fra i poveri,
confinati da più umili stelle a soli auguri,
potessimo un seguito concreto presentare agli amici