Page 653 - Shakespeare - Vol. 3
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ELENA
Dio risparmi la nostra verginità da assaltatori e dinamitardi! Ma non c’è
qualche condotta campale per delle vergini che vogliano far saltare gli
uomini?
PAROLLES
Una volta che la verginità ha perso la carica, l’uomo con più facilità si prepara
a saltare; ma ascoltate: per far perdere a lui la carica, voi stesse vi esponete
a una tal breccia che poi perdete la cittadella. Non è pratico, nella grande
società della natura, tenere in serbo la verginità. Perdere la verginità vuol
dire aumentare il numero di esseri ragionevoli: nessuna vergine venne al
mondo senza perdita di verginità. Voi stessa tenete della pasta con cui si
fanno le vergini. La verginità, persa una volta, te la ritrovi dieci volte tanta;
se invece la tieni da parte finisce che decade. Da sola, non dà calore: va data
via!
ELENA
Io me la tengo ancora, anche se vorrà dire morire vergine.
PAROLLES
Detto in poche parole: è contro la legge di natura. Star dalla parte della
verginità significa dare addosso alle vostre madri, che è segno
incontrovertibile di ribellione. Chi s’impicca è vergine; la verginità si dà la
morte e dovrebbe essere sepolta sulla pubblica via, in terra non consacrata,
come un’estrema offesa alla natura. La verginità produce vermi, proprio come
un certo tipo di formaggio, si consuma fino alla crosta, e muore divorando se
stessa. Inoltre, la verginità è stizzosa, orgogliosa, oziosa, fatta di narcisismo,
che è il peccato estremo secondo le Scritture. Non tenetela in serbo: non
farete altro che perderci. A frutto! Tempo dieci anni, vi tornerà decuplicata,
che è un bell’incremento tenendo conto che il capitale resterebbe più o meno
intatto. Datela via!
ELENA
E come si fa, signore, a perderla con suo pieno piacimento?
PAROLLES
Dunque, vediamo. Ma certo: facendole torto e amando chi non l’ama. È un
prodotto che va a male se non si smercia: più resta fermo, meno vale. Datela