Page 387 - Shakespeare - Vol. 3
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PREFAZIONE
La prima edizione di Twelfth Night è quella dell’in-folio del 1623. Si tratta di
una copia così insolitamente indenne da errori, anche tipografici, che a lungo
si è ritenuto, come sostiene, tra gli altri, J. Dover Wilson, che fosse stata
ricavata da un copione teatrale. Al Wilson s’oppone un altro critico, L.K.
Turner, il quale, fondando le sue argomentazioni sulle incongruenze delle
direttive di scena, specie per quel che riguarda le entrate e le uscite dei
personaggi, sostiene invece che la prima edizione dell’opera sia stata
direttamente ricavata dalla stesura originale del drammaturgo. Del resto, a
sostegno di questa tesi, si citano anche le numerose incongruenze della
commedia. Basti pensare, per tutte, a Orsino secondo cui Cesario, alias Viola,
sarebbe al suo servizio già da tre mesi quando invece lo spettatore sa, o
dovrebbe ricordare, che invece si tratta di tre soli giorni.
A giustificazione di tali incongruenze sono state avanzate due ipotesi: la
prima secondo cui la commedia sarebbe stata fatta oggetto di una revisione a
qualche anno di distanza dalla stesura originaria; la seconda che Shakespeare
avrebbe scritto Twelfth Night avendo una scadenza talmente ravvicinata da
non aver avuto il tempo necessario a sottoporla a una correzione seria.
Quanto alla data di composizione, l’unico elemento di certezza è
rappresentato da un brano tratto dal diario di un avvocato, un certo
Manningham, del febbraio 1602 in cui costui narra di aver assistito a una
rappresentazione della commedia shakespeariana. D’altro canto alcuni critici,
servendosi di una serie di allusioni legate a certi eventi di cronaca ripresi
nella commedia (ad esempio il viaggio in Persia dei fratelli Shirley avvenuto
nel 1599 oppure la visita alla corte della regina Elisabetta di Orsino, duca di
Bracciano − da cui deriverebbe il nome del protagonista maschile della pièce
− avvenuta in occasione delle feste natalizie del 1600, con la conseguente
rappresentazione di questa commedia in suo onore) sono maggiormente
propensi a considerare più realistica la data del 1600 o del 1601.
Per quel che riguarda le fonti, quella primaria è stata attribuita, come
suggerito dallo stesso Manningham, a una commedia italiana d’autore ignoto,
Gl’Ingannati, rappresentata per la prima volta a Siena nel 1531 e ripresa a
Venezia nel 1537. Resta però il fatto che non ci è dato sapere se Shakespeare
l’avesse effettivamente letta. Invece sembra più verosimile che il
drammaturgo conoscesse un racconto di Barnabe Richie, Apolonius and Silla,