Page 1639 - Shakespeare - Vol. 3
P. 1639
GONERIL
Questo vaneggiamento, signore, sa molto
delle altre vostre recenti bizzarrie.
Vi scongiuro di intendere al giusto i miei propositi:
poiché siete vecchio e venerando dovreste
essere savio. Voi tenete qui
cento cavalieri e scudieri, uomini
così rissosi, debosciati e tracotanti
che questa nostra corte, infettata
dalle loro maniere, somiglia a una locanda
malfamata: gozzoviglie e lussuria la rendono
più simile a una bettola o a un bordello
che non a un nobile palazzo. È la vergogna
a esigere un pronto rimedio. E dunque
fatevi persuadere da colei che altrimenti
si prenderà ciò che chiede, a ridurre un poco
il vostro seguito, e a far sì che coloro
che resteranno con voi siano uomini
adatti alla vostra vecchiaia e tali
da conoscere se stessi e voi.
LEAR
Tenebra e demoni!
Sellate i miei cavalli; radunate il mio seguito!
Bastarda degenere, non ti disturbo più:
ma ho ancora un’altra figlia.
GONERIL
Voi picchiate la mia gente, e la vostra
marmaglia rissosa tratta da servo
chi le è superiore.
Entra Albany.
LEAR
Guai a chi si pente troppo tardi. − Signore,
siete venuto? Sono ordini vostri? Parlate,
signore. − Preparate i miei cavalli. Ingratitudine,