Page 1024 - Shakespeare - Vol. 3
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DUCA
Vi conoscerà anche meglio, signore, se vivrò per riferirglielo.
LUCIO
Non vi temo.
DUCA
Oh, voi sperate che il Duca non ritorni più, o immaginate ch’io sia un
oppositore troppo innocuo. Invece, posso farvi un po’ di male. Rinnegherete
quanto dite?
LUCIO
Prima mi farò impiccare. Ti sbagli su di me, frate. Ma adesso basta. − Sai
dirmi se Claudio morrà domani, o no?
DUCA
Perché dovrebbe morire, signore?
LUCIO
Perché? Per aver riempito una bottiglia con l’imbuto. 107 Vorrei che il Duca di
cui parliamo fosse tornato. Questo vicario senza genitali spopolerà la
provincia con la continenza. I passeri non devono nidificare nelle sue gronde
perché sono lascivi. − Invece il Duca gli atti di tenebra li contesterebbe al
buio; 108 non li porterebbe mai alla luce. Vorrei che fosse tornato! Caspita,
questo Claudio è condannato per essersi sbottonato la patta. − Addio, buon
frate, ti prego, prega per me. Il Duca, ti ripeto, mangiava carne di montona di
venerdì. 109 Adesso gli è passata, eppure, te lo dico io, farebbe lingua in
bocca con un’accattona che puzzasse d’aglio e pan raffermo; 110 di’ pure che
ho detto così. Addio.
Esce.
DUCA
Né forza o grandezza fra i mortali
sfugge alla censura. Coi suoi strali
la calunnia che da tergo ferisce
anche la più pura virtù colpisce.
Quale è il re così possente