Page 1010 - Shakespeare - Vol. 3
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La morte fa paura più a pensarci;
               e il povero scarabeo che calpestiamo
               soffre un dolore fisico altrettanto grande
               di quando muore un gigante.



              CLAUDIO
               Perché mi esponi a questa vergogna?

               Credi che possa acquistare coraggio
               da fiorite tenerezze? Se devo morire,
               andrò incontro alla tenebra come a una sposa

               prendendola fra le mie braccia.           80


              ISABELLA

               Ecco come parla mio fratello: ecco la voce
               che esce dalla tomba di mio padre.
               Sì, devi morire: sei troppo nobile
               per conservarti la vita con espedienti vili.

               Questo sepolcro imbiancato di vicario              81
               che col viso composto e parole compassate
               piomba sul capo della gioventù,
               per trascinarne sott’acqua         82   le follie

               come fa il falcone coi pennuti, è un demonio:
               rivoltandone     83   l’intimo lerciume apparirebbe
               uno stagno profondo come l’inferno.



              CLAUDIO
               Che puritano ipocrita,        84   quell’Angelo!



              ISABELLA
               Oh, è la perfida livrea dell’inferno,

               vestire e rivestire il corpo più dannato
               d’ipocriti orpelli! Ci pensi, Claudio,
               se io gli concedessi la mia verginità,
               potresti esser libero!



              CLAUDIO

                               Cielo, non può essere!
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