Page 817 - Shakespeare - Vol. 2
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176 IV, ii, 47 Jack era anche il nome di una giacca trapunta (quilt) da soldato.

            177 IV, ii, 56 Citazione storpiata da Matteo XXVI 41, «Vigilate et orate»; cfr.  II, iv, 263, e l’accusa di
                 Falstaff a Hal, che vale ancor più per lui: «O, thou hast damnable iteration» (I, ii, 87).

            178 IV, ii, 59 Cioè in grasso (Humphreys).
            179 IV, iii L’azione si svolge a Shrewsbury, nel campo dei ribelli, storicamente il 20 luglio 1403. Nella prima
                 parte della scena è ripreso (da III, i) il tema del dissidio fra i ribelli. (Conflitti alla vigilia della battaglia
                 sono anche, come osserva Wilson, in 2 Henry IV, Julius Caesar  e Antony and Cleopatra.) L’offerta
                 di pace da parte del Re portata da Sir Walter Blunt consente a Hotspur di pronunciare le accuse dei
                 Percy al Re. Se all’inizio della scena lo scontro sembrava imminente, alla fine esso risulta rinviato.
            180 IV, iii, 52-105 «Appassionato racconto; è Hotspur che parla degli eventi che formano una delle parti
                 essenziali di Richard II: l’ascesa di Bolingbroke al trono. Gli eventi sono interpretati dal punto di vista
                 del tutto personale di chi ha aiutato il duca a salire al trono ed è insoddisfatto dei compensi ricevuti
                 (vedi  la  previsione  di  Riccardo  in Richard II,  V,  i,  55-65).  È  significativo  confrontarlo  ai  passi
                 corrispondenti di Richard II» (Rota).
            181 IV, iii, 75 Di volere solo ottenere i diritti di cui era stato privato da Riccardo II.

            182 IV, iii, 100 Cfr. I, iii, 14-21 e 122-124.
            183 IV,  iii,  111  L’intenzione  originale  di  Hotspur,  di  dare  subito  battaglia,  viene  così  silenziosamente
                 accantonata.
            184 IV, iv La scena è il palazzo dell’Arcivescovo di York (20 luglio 1403). Scrive Holinshed: «I Percy, per
                 fare apparire buona la loro parte, produssero certi articoli su consiglio di Richard Scroop, Arcivescovo
                 di York, fratello di Lord Scroop, che re Enrico aveva fatto decapitare a Bristol» (vedi I, iii, 266-268).
                 L’episodio, che poco contribuisce all’azione, ha lo scopo di mostrare le forze in campo da una certa
                 distanza creando un’anticipazione, e di far passare la notte fra la vigilia e il giorno della battaglia.
            185 V, i L’azione si svolge nell’accampamento del Re a Shrewsbury (21 luglio 1403). Dopo l’avvio epico e
                 minaccioso  (rapporto  fra  natura  e  azione),  si  ha  l’ambasciata  di  Worcester  (32-71)  che  ripete  le
                 rivendicazioni  dei  Percy  espresse  da  Hotspur  in IV,  iii,  mettendo  l’accento  «sul  giuramento  di
                 Bolingbroke di limitarsi alle rivendicazioni dei suoi diritti di duca di Lancaster, sul vantaggio che gli è
                 venuto dall’appoggio dei Northumberland e soprattutto sul suo profittare dell’ondata di favore che lo
                 ha circondato» (Rota). In questa sostanziale ripetizione Jenkins vede una prova del mutamento del
                 progetto  originale  del  dramma  compiuto  da  Shakespeare  durante  la  composizione,  per  cui  il
                 materiale che doveva essere trattato nel solo atto IV viene diluito su tutti e due gli atti. Dal tema
                 della  ribellione  si  passa  con  la  battuta  del  Principe  a  quello  della  sua  riforma  e  del  confronto  con
                 Hotspur; lo scambio con Falstaff e il suo “catechismo” conclusivo (in prosa) richiama il passato che il
                 Principe si è lasciato alle spalle (vedi la freddezza delle sue risposte). È comunque Falstaff ad avere
                 l’ultima  parola.  La  scena  presenta  dunque  in  breve  tutti  gli  elementi  fondamentali  del  dramma.  I
                 primi versi annunciano nascostamente la prossima trasformazione del son in un sanguigno sun, vedi
                 I, ii; II, iv; III, ii.

            186 V,  i,  103  Il  Re  non  prende  nemmeno  in  considerazione  la  proposta  del  duello  (inventata  da
                 Shakespeare).

            187 V, i, 126 Gioco di parole nell’originale su death, morte, e debt, debito (Wilson).
            188 V, i, 130 Bisticcio su prick on (spronare) e prick off (depennare). Vedi anche IV, iii, 10.
            189 V, ii Il campo di battaglia a Shrewsbury. Worcester, dopo le sue pubbliche lagnanze in  V, i, rivela le
                 sue private preoccupazioni e inganna il nipote nascondendogli l’offerta di pace del Re. Shakespeare
                 continua a preparare il confronto fra i due Harry (e a dilungarsi, vedi nota a V, i) facendo ripetere a
                 Vernon  la  proposta  di  duello  del  Principe,  e  mostrando  la  reazione  scarsamente  avveduta  di
                 Hotspur, ingannato dallo zio e ingannatore di se stesso nel persistere a credere in un Hal degenere
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