Page 653 - Shakespeare - Vol. 2
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Addio, e porta le tue lodi con te in cielo.
La tua ignominia dorma con te nella tomba,
ma non sia ricordata nel tuo epitaffio.
Vede Falstaff per terra.
Come, vecchia conoscenza? Tutta questa carne non poteva
trattenere un po’ di vita? Povero Jack, addio!
Avrei meglio perduto un migliore uomo.
Ah, molto mi peserebbe la tua mancanza
se molto fossi sedotto dalla vanità.
La morte non ha colto quest’oggi un cervo così grosso,
anche se molti più eletti, 208 nello scontro sanguinoso.
Appena è possibile ti farò imbalsamare;
fino allora nel sangue col nobile Percy puoi restare.
Esce.
Falstaff si alza.
FALSTAFF
Imbalsamare? Se mi fai sbudellare oggi, ti autorizzo a salarmi e anche
mangiarmi domani. Sangue di Cristo, era proprio ora di fingere, se no
quell’ossesso d’uno scozzese fulminante mi avrebbe davvero fatto pagare lo
scotto una volta per sempre. Fingere? Che dico? Non sono uno che finge.
Morire è fingere, perché significa far finta di essere un uomo senza la vita di
un uomo; ma fingere di morire quando così si riesce a sopravvivere, non è
fingere, ma l’immagine vera e perfetta della vita. La miglior parte del valore
sta nella discrezione, 209 e con questa miglior parte mi sono salvato la vita.
Sangue di Dio, ho paura di questa polvere da sparo di Percy, anche da morto.
E se lui pure fingesse, e si alzasse? Perdio, ho paura che si dimostrerebbe, dei
due, l’imitazione migliore. Perciò voglio essere proprio al sicuro, sì, e giurerò
di averlo ucciso io. Perché non potrebbe essersi rialzato come ho fatto io? Per
smentirmi ci vogliono degli occhi, e nessuno mi vede. Perciò, canaglia [lo
trafigge], con una nuova ferita nella coscia, vieni con me.
Prende Hotspur in spalla. Entra il Principe, e John di Lancaster.
PRINCIPE
Vieni, fratello John; con grande ardimento
hai immerso nella carne la tua spada vergine. 210