Page 1145 - Shakespeare - Vol. 2
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RE
Ti prego, Ned, cambia i tuoi modi, e sii più modesto nelle tue parole; poiché il
mio dolore sincero non si piegherà ai tuoi discorsi adulatori e menzogneri.
Dici che sono cambiato; e infatti lo sono; e così devi cambiare tu, e anche in
fretta, se no devo costringerti io a cambiare.
JOHN OLDCASTLE
Piaghe di Dio, che ne dite di questa faccenda? Per Dio, non è musica tanto
dolce.
TOM
Confido che non abbiamo offeso vostra grazia in alcun modo.
RE
Ah, Tom, la vostra vita precedente mi addolora, e mi porta ad abbandonare e
cancellare la vostra compagnia per sempre. Pertanto non avvicinatevi a meno
di dieci miglia da me sotto pena di morte. Poi, se sentirò buone cose di voi,
può essere che farò qualcosa per voi; altrimenti, non aspettatevi da me
maggior favore che da chiunque altro. E pertanto, andatevene! Abbiamo altre
faccende di cui parlare.
Escono i cavalieri.
[Il Re viene rassicurato sui suoi diritti in Francia dall’Arcivescovo e riceve
l’ambasciatore francese con il dono delle palle da tennis, cfr. Henry V, I, ii]
RE
Ordunque, signori, alle armi, alle armi! Perché giuro per il cielo e per la terra
che i francesi più orgogliosi in tutta la Francia rimpiangeranno che queste
palle da tennis furono spedite in Inghilterra. Mio signore, desidero che sia
preparata una grande flotta di navi con tutta rapidità a Southampton, perché
lì intendo imbarcare i miei uomini; vorrei essere laggiù prima di lui, se
possibile. Dunque venite... ma attendete! Avevo quasi dimenticato la cosa più
importante di tutte per la rabbia di questo ambasciatore francese. Chiamate il
Lord Primo Giudice d’Inghilterra.
Entra il Lord Primo Giudice d’Inghilterra.
EXETER
Il Re è qui, mio signore.