Page 1142 - Shakespeare - Vol. 2
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tua venuta. Ma vieni vicino, figlio mio, e lascia che io ti metta in possesso
          mentre vivo, affinché nessuno ti deprivi di essa dopo la mia morte.



              PRINCIPE
          Posso ben accettarla dalle mani di vostra maestà; ma essa non toccherà mai
          la mia testa finché mio padre vive.
                                                                                           Prende la corona.




              RE
          Dio ti dia gioia, figlio mio. Dio ti benedica e ti faccia suo servo, e ti mandi un
          regno prospero! Poiché Dio sa, figlio mio, come arduamente io la ottenni, e
          come arduamente io l’ho conservata.



              PRINCIPE
          Come che sia che l’avete ottenuta non lo so; ma ora l’ho da voi, e come da

          voi la conserverò. E chi cerca di togliere la corona dalla mia testa, veda che la
          sua corazza sia più spessa della mia, o gli trapasserò il cuore, fosse anche più
          dura del bronzo o del metallo prezioso.



              RE
          Detto nobilmente, e come un re! Ora credetemi, miei Lord, sono sicuro che
          mio figlio sarà un principe guerriero e vittorioso quanti l’Inghilterra ne ha mai

          avuti per re.



              ENTRAMBI I LORD
          La sua vita precedente non promette altro.



              RE
          Bene, miei signori, non so se sia per il sonno, o per l’avvicinarsi dell’estate
          sonnolenta della morte, ma sento molto desiderio di dormire. Pertanto, miei
          buoni Lord, chiudete le cortine, uscite dalla mia camera, e fate sì che una

          musica mi concili il sonno.
                                                                                Escono tutti. Il Re muore.



                           [Scena IX. Il ripudio e la riconciliazione]



                                                       Entra il ladro.
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