Page 113 - Shakespeare - Vol. 2
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RE GIOVANNI
Quel furfante di Hubert m’aveva detto ch’era vivo.
BASTARDO
E sull’anima mia, ne era convinto, per quanto ne so.
Ma perché vi accasciate, perché avete quell’aria triste?
Siate grande nell’azione come lo siete stato nei pensieri, 166
non lasciate che il mondo veda la tristezza sfiduciata
e la paura governare i movimenti d’un occhio regale!
Siate duro come i tempi, siate fuoco col fuoco, 167
minacciate chi minaccia, e sfidate il volto
del millantato orrore: così anche gli occhi dei subalterni,
che prendono in prestito i comportamenti dai grandi,
si faranno grandi col vostro esempio
indossando lo spirito indomito della risolutezza.
Via, in marcia, e siate splendente come il dio della guerra
quando decide d’onorare 168 un campo di battaglia:
mostrate ardimento e certezza di vittoria!
E che, si farà forse il leone scovare nella sua tana,
e lì impaurire mostrandosi tremante?
Non sia mai detto: siate voi ad andare a caccia,
correte incontro ai guai lontano dalle vostre porte
così da affrontarli prima che s’avvicinino troppo!
RE GIOVANNI
Il legato papale è stato qui da me,
e ho pattuito una pace propizia con lui:
mi ha promesso di far ritirare
le forze guidate dal Delfino.
BASTARDO
Che alleanza ingloriosa!
E dovremo forse noi, sulla nostra terra,
offrire patteggiamenti cavallereschi, compromessi,
tentare d’ingraziarci chi c’invade
e parlamentare con lui, accettare una tregua disonorevole?
Lasceremo che uno sbarbatello, un damerino
tutto rivestito di seta ci sfidi sul campo,