Page 118 - Shakespeare - Vol. 2
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per fissare negli occhi la vittoria e vincere gloria
               anche tra le fauci del pericolo e della morte.
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               Che tromba poderosa è quella che ci chiama così?



                                              Entra il Bastardo, scortato.


              BASTARDO

               Secondo le consuetudini riconosciute da tutti,               180
               vi chiedo udienza, sono stato mandato a parlarvi.
               Mio santo signore di Milano, vengo da parte del re
               per sapere cosa avete ottenuto in suo favore:

               dalla vostra risposta saprò quale mandato
               e ampiezza dare alle mie parole.



              PANDOLFO
               Il Delfino si oppone testardamente
               e non vuole acconsentire alle mie suppliche;

               dice semplicemente che non deporrà le armi.


              BASTARDO

               Per tutto il sangue che mai il furore ha sbruffato,               181
               dice bene il giovane. E adesso ascoltate il nostro re inglese,
               perché è la sua maestà che così parla in me:
               il re è preparato, ed è logico che lo sia,

               e ride a questa avanzata scimmiesca e sgraziata,
               a questa mascherata da guerra, a questo sconsiderato festino,
               a questa irriverenza infantile, a queste truppe da ragazzini.                   182
               È ben preparato a spazzar via dai confini delle sue terre

               questa guerra di nani, questo esercito di pigmei.
               Quella mano che ebbe la forza, proprio davanti alla vostra porta,
               di bastonarvi e di farvi filare via, di farvi calar giù,
               come un secchio, per nascondervi dentro a un pozzo,

               o di farvi accucciare nel letame delle vostre stalle,
               di farvi rinchiudere sottochiave, come un pegno,
               in casse e bauli, di farvi abbracciare i porci,
               o farvi cercare la dolce salvezza in sotterranei e prigioni,

               di farvi tremare e sobbalzare anche al semplice canto
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