Page 116 - Shakespeare - Vol. 2
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che pure sono un’inondazione ordinaria,
ma questa effusione di lacrime così virili,
questo rovescio, riversato da una tempesta dell’anima,
sorprende i miei occhi e mi lascia più stupefatto
che se avessi visto la volta somma del cielo
tutta dipinta da meteore fiammeggianti.
Su, alza la fronte, illustre Salisbury,
e col tuo gran cuore dissipa questa tempesta: 175
affida queste acque a quegli occhi infantili
che non hanno mai visto l’ira di questo gigante
che è il mondo, né han mai incontrato la fortuna
se non ai banchetti pieni di caldo sangue, risa e chiacchiere.
Su, su, potrai affondare la tua mano nello scrigno
della ricca prosperità come Luigi stesso: e così voi tutti,
nobili, che unite il vostro nerbo alla forza del mio.
Entra Pandolfo.
Ecco, qui, mi pare, un angelo ha parlato: 176
guardate, ecco il sacro legato che viene avanti
a portarci la legittimazione dalle mani stesse del cielo
e a imporre sulla nostra azione il nome di giustizia
col suo sacro respiro.
PANDOLFO
Salute, nobile principe di Francia!
La novità è questa: Re Giovanni
s’è riconciliato con Roma, il suo spirito,
che tanto s’era levato contro la santa chiesa,
la grande metropoli e sede di Roma, s’è piegato.
Perciò riavvolgi le tue minacciose bandiere
e doma lo spirito selvaggio della guerra violenta
così che, simile a un leone addomesticato,
possa accovacciarsi gentilmente ai piedi della pace
ed essere terribile solo nell’aspetto.
LUIGI
Mi perdoni, vostra grazia, ma io non mi ritiro.
Sono di nascita troppo illustre
per essere proprietà di qualcuno, 177