Page 476 - Shakespeare - Vol. 1
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Così la guerra ti ha dato pace, poiché giaci immobile;             [Esce.]
pace all’anima sua, o cielo, se questo è il tuo volere!

                 [Allarme, poi] Clifford il Giovane entra [solo].

CLIFFORD IL GIOVANE

 Vergogna e distruzione! Una disfatta completa;
 la paura prepara il disordine, e il disordine ferisce
 dove dovrebbe custodire. Ah, guerra, figlia dell’inferno,
 che i cieli adirati adoperano come loro strumento,
 inietta nei petti raggelati della nostra fazione
 i carboni ardenti della vendetta! Nessun soldato fugga.
 Colui che si impegna veramente nella guerra,
 non prova amore per se stesso, e chi ama se stesso
 non ha per sua natura, ma solo grazie alle circostanze,
 la fama di valoroso. [Vede il padre morto] Oh, muoia il mondo

      meschino,
 e che le fiamme preannunciate dell’ultimo giorno
 congiungano la terra e il cielo! Ora
 la tromba universale esploda il suo rintuono,
 per porre fine alle faccende individuali
 e ai suoni insignificanti. Caro padre, fosti destinato
 a sprecare la giovinezza nella pace, e a ottenere
 l’argentea livrea dell’età della saggezza,
 e, riverito nei tuoi giorni sedentari,
 a morir così, in una battaglia balorda? Solo a questa vista
 il mio cuore si muta in pietra: e finché è mio,
 rimarrà di pietra. York non risparmia neppure i nostri vecchi;
 io non risparmierò i loro bambini: lacrime verginali
 saranno per me come la rugiada per il fuoco,
 e la bellezza, che spesso fa colpo sul tiranno,
 sarà olio e stoppa per la mia rabbia corrusca.
 Da ora in poi non avrò nulla a che fare con la pietà: 186
 se incontro un fanciullo della casa di York,
 lo squarterò in tanti brandelli
 come la cruda Medea fece con il giovane Absirto; 187
 nella crudeltà cercherò la mia fama.

                                           [Si carica sulle spalle il corpo del padre.]
 Vieni, tu, nuovo rudere della casa del vecchio Clifford:
 come Enea portò il vecchio Anchise,
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