Page 27 - Nietzsche - Su verità e menzogna
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PROLOGO









     Di uomini che sono lontani da noi, ci basta conoscere gli scopi per approvarli o respingerli nel
     complesso.  Giudichiamo  invece  gli  uomini  vicini  a  noi  in  base  ai  mezzi  con  i  quali  essi

     perseguono i loro scopi: spesso disapproviamo tali scopi, ma nondimeno amiamo gli uomini per
     i mezzi e i modi del loro volere. Ora, i sistemi filosofici sono completamente veri unicamente
     per  i  loro  fondatori:  per  tutti  i  filosofi  successivi,  essi  invece  rappresentano  solitamente  un
     unico, grande errore. Per le menti più deboli, essi sono una somma di errori e verità ma, in ogni

     caso, un errore nel loro scopo supremo e pertanto condannabili. Tanti uomini disapprovano un
     filosofo in ragione del fatto che il suo fine non è il loro: essi sono appunto quelli che stanno più
     lontano.  Ma  chi,  al  contrario,  sa  gioire  in  generale  dei  grandi  uomini,  gioirà  pure  di  siffatti
     sistemi, quand’anche siano completamente erronei: essi infatti contengono in sé un elemento che

     giammai  potrà  essere  confutato,  un’intonazione,  una  coloritura  personale  che  può  essere
     utilizzata per ricavare da essi l’immagine del filosofo, così come dai frutti di una certa località
     si può indovinare il tipo di terreno che li ha prodotti. Un certo modo di vivere e di considerare
     le cose umane è comunque un tempo esistito ed è perciò possibile: il «sistema», o per lo meno

     una parte di esso, è il frutto di questo terreno.
       Racconterò la storia di quei filosofi in forma semplificata: di ogni sistema voglio mettere in
     risalto unicamente quell’elemento che costituisce una parte della loro personalità e appartiene
     alla sfera dell’inconfutabile e dell’indiscutibile che la storia ha il dovere di conservare. Ciò

     rappresenta un inizio per riattingere e ricreare tali nature attraverso la comparazione, per far
     finalmente  risuonare  ancora  una  volta  la  polifonia  della  natura  greca.  Il  compito  è  quello  di
     portare  alla  luce  ciò  che  dobbiamo sempre  amare  e  venerare e  che  da  nessuna  conoscenza
     successiva potrà giammai esserci sottratto: il grande uomo.

       Questo tentativo di narrare la storia degli antichi filosofi greci si distingue da altri simili per la
     sua  brevità.  Tale  brevità  la  si  è  ottenuta  menzionando,  per  ogni  filosofo,  soltanto  un  numero
     assai limitato delle sue dottrine, ossia a prezzo dell’incompiutezza. Sono state però scelte le
     dottrine  nelle  quali  il  carattere  personale  del  filosofo  risuona  con  maggior  forza;

     un’enumerazione  completa  di  tutte  le  possibili  dottrine  tramandate,  al  modo  dei  manuali,
     conduce invece sempre e comunque a passare sotto silenzio l’elemento personale. Perciò quei
     resoconti  sono  tanto  noiosi:  perché,  in  sistemi  confutati,  può  interessarci  ormai  soltanto  il
     carattere personale, in quanto esso rappresenta l’elemento eternamente inconfutabile. Con tre

     aneddoti  è  possibile  fornire  l’immagine  di  un  uomo:  cercherò  pertanto  di  estrarre  da  ogni
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